Quando non esistevano le merendine, tanto comode e così tristi, c’era il pane con il companatico. Penso che per i ragazzi tra gli spuntini più apprezzati c’era il pane con i fichi spalmati sopra. Per il pellegrino a corto di benzina sostituisce la barretta energetica perché il fico è un energetico naturale. In cucina viene utilizzato in numerosissimi piatti dall’antipasto al dessert. Il più classico e semplice, il fico con il prosciutto stagionato o con il Culatello, il formaggio caprino, fico, noci e Casciotta di Urbino. Qualcosa di meno banale? Il gelato di fico senza zucchero con Parmigiano grattugiato e guanciola sgrassata, realizzato con il Pacojet. Tra i primi il riso è il compagno ideale: risotto alla parmigiana mantecato con i fichi e con aggiunta di sottili fette di prosciutto di Parma. Perché non azzardare una tagliatella al cacao con noci, fico e guanciola. Per i secondi c’è da sbizzarrirsi abbinando il fico con carni di maiale, volatili, cacciagione sia piuma che pelo. Per l’abbinamento, i vini debbono essere morbidi e freschi per gli antipasti e primi; quindi spumante e bianco. Per il risotto un rosso anche mosso, Lambrusco, Bonarda dell’Oltre Po Pavese, Barbera Asti. Per il fico freddo realizzato con il Pacojet, uno spumante demi-sec. Sui secondi l’abbinamento segue l’importanza della carne utilizzata, sicuramente vino rosso, più o meno austero e tannico per le carni rosse, più fresco con acidità trasversale. Sangiovese per le carni di bassa corte, per salire a Brunelli o Chianti Riserva per la cacciagione da piuma. Per i dessert si va dalla frolla ricoperta di marmellata che ama abbinarsi con un profumato moscato d’Asti tardivo, al fico nero ricoperto di cioccolato su base di zabaglione al Marsala, e qui il Vecchio Samperi è d’obbligo, per arrivare ad una composta di fichi, frutta secca, cioccolato e rum, dalle nostre parti il Serpentone, qui dobbiamo salire fino alla soglia del Paradiso: Occhio di pernice 15 anni Avignonesi.

di Massimo Biagiali