Quando l’uomo scoprì i cereali ebbe inizio la rivoluzione culturale della sua alimentazione. Nella preistoria gli esseri umani si nutrivano prevalentemente di frutti di ogni tipo. La nostra stessa struttura corporea testimonierebbe, del resto, una predisposizione originaria al consumo di vegetali. Ma già in quell’epoca, in qualche parte del pianeta, qualcuno fortunatamente scoprì la possibilità di seminare i cereali e di vederli rinascere in abbondanza dalla terra. Iniziò così una rivoluzione destinata ad avere un ruolo decisivo per la sopravvivenza e l’evoluzione della nostra specie. Ben presto, in ogni continente si diffusero coltivazioni di cereali: in Oriente soprattutto di riso e miglio, nelle Americhe di mais, in Occidente di frumento, farro, orzo e avena; mentre nei territori caratterizzati da altopiani si diffusero prevalentemente i cosiddetti pseudocereali. Gli pseudocereali, noti con i nomi di amaranto, quinoa e grano saraceno, sono dotati delle stesse proprietà nutritive dei cerali (benché, diversamente da questi, non appartengano alle graminacee) e sono stati recentemente riscoperti dalle popolazioni occidentali, tant’è che li troviamo sempre più spesso anche sulle tavole italiane. Ciò si deve alle loro grandi proprietà nutritive, ma soprattutto al fatto che non contengono glutine, e sono perciò particolarmente adatti all’alimentazione delle persone, sempre più numerose, che sono intolleranti a tale proteina. Tuttavia, non è ancora abbastanza diffusa la conoscenza dei benefici di tutti i cereali sulla salute dell’uomo. Inoltre, la fretta che caratterizza oggi il modo di alimentarci ha fatto dimenticare i buoni riti e le giuste regole per l’utilizzo di questi preziosi alimenti, i quali dovrebbero essere sempre consumati biologici, a maggiore garanzia della loro qualità, e integrali, per un maggiore apporto nutritivo.

Pastiera veg con farro e orzo

Ingredienti per 1 tortiera del diametro di 32 cm

Per la pasta frolla: 450 g di farina di tipo 2; 220 g di burro vegetale; 100 g di latte di soia; 150 g di zucchero integrale di canna; 1 pizzico di sale.

Per il ripieno: 550 g di farro e orzo già cotti; 250 g di latte di soia; 500 g di ricotta di soia; 150 g di zucchero integrale di canna; 100 g di burro vegetale; 1 cucchiaio di amido di mais; ½ cucchiaino di agar agar; la scorza grattugiata di 2 limoni; 200 g di crema pasticcera veg; 80 g di scorza d’arancia candita; 1 bacca di vaniglia; ½ cucchiaino di cannella; 1 bicchierino di limoncello; 10 ml di acqua di fiori d’arancio.

Preparare la pasta frolla impastando in una ciotola la farina, lo zucchero, il sale ed il burro. Unire successivamente il latte e creare una palla da far riposare in frigo per mezz’ora. Preparare il ripieno mescolando in una pentola il mix di farro e orzo, il latte di soia, l’amido, la scorza di limone, lo zucchero e il contenuto della bacca di vaniglia. Portare a bollore, quindi unire l’agar agar e lasciar cuocere per altri dieci minuti. Spegnere il fuoco, aggiungere il burro e far raffreddare. In una ciotola amalgamare la ricotta con la scorza d’arancia candita, la cannella, il limoncello e l’acqua di fiori d’arancio. Quindi versare il tutto nel mix di farro e orzo, una volta raffreddato. Stendere la pasta frolla e rivestire la tortiera imburrata e infarinata. Bucherellare la base con una forchetta. Con la rimanente pasta ricavare delle strisce servendosi di una rotella zigrinata. Accendere il forno a 180 gradi. Versare il ripieno nella tortiera, decorare la superficie con le strisce, formando delle losanghe alla tipica maniera della pastiera e, infine, mettere in forno per un’ora.