La condivisione di piatti tipici è sempre più in voga, i cicchetti veneziani negli ultimi anni ne sono un esempio. I turisti che arrivano in Italia e gli italiani stessi, non vedono l’ora di assaggiare le nostre infinite declinazioni, una proposta in linea con la tendenza di gustare porzioni piccole ma diverse con prodotti tipici. Anche nel dessert poter completare la degustazione con un dolce è importante, per questo propongo un cicchetto dolce delizioso: clafoutis alle ciliegie, mangiato tiepido o freddo, diventa un’elegante chiusura di un momento di degustazione varia. Semplice da preparare, potete variare la ricetta inserendo frutta fresca di stagione anche con un’infusione di vaniglia, cannella o chiodi di garofano, personalizzandolo a vostro gradimento.

Clafoutis alle ciliegie

Descrizione e ricordi
È un dolce tipicamente preparato in Francia dalle nonne, semplice da realizzare, a tal punto da essere quasi imbarazzante. Quando lo faccio ho sempre la percezione di non aver lavorato abbastanza per fare un dolce, forse abituato a cose decisamente più complesse. Ma è anche la prova che le cose buone stanno nella semplicità.
Ricetta ed esecuzione
Nr 2 clafoutis per 6/8 persone.

In una terrina a fondo tondo mescolare 150 g di zucchero, 20 g di amido di mais, 130 g di polvere di mandorle. Aggiungere 2 uova, 130 g di panna, e 50 g di pasta di pistacchio. Omogeneizzare con un mixer e versare il composto in due terrine in ceramica alte 3 cm, precedentemente imburrate e infarinate. Infornare in un forno preriscaldato a 170°C per 5 minuti, togliere le terrine dal forno e disporre una decina di ciliegie amarene denocciolate. Spolverare con abbondante zucchero a velo e ultimare la cottura per circa 10 minuti a 170°C, comunque finché, con la prova dello stuzzicadente inserito fino al cuore, risulti perfettamente asciutto. Decorare con qualche granella di pistacchio.
Chiusura con suggerimenti
Servito tiepido, magari accompagnato con una quenelle di gelato alla vaniglia, risulta essere un dolce semplice ma non con questo meno entusiasmante.

La ricetta è tratta dal volume “Senza dolce non è vita” di Luigi Biasetto, Piemme editore