L’argomento a cui ci dedichiamo nell’odierno appuntamento e che troverà poi una sua combinazione con il vino, è il merluzzo. Una parola direte voi, lo conosciamo sotto mille forme! Ebbene subito ci salta in mente il baccalà, che altro non è che il merluzzo sventrato, salato e fatto essiccare all’aria. Un tempo considerato alimento ad appannaggio delle classi poco abbienti, per i poveri oggi sembra quasi un lusso. Le preparazioni sono molteplici, da sud a nord dello stivale lo possiamo degustare alla napoletana, alla romana, alla bolognese, alla livornese, alla trentina, alla vicentina, alla veneziana e in molti altri modi, senza contare poi che ogni famiglia ha la sua personalissima ricetta tramandata dai nonni. In sintesi si potrebbe cominciare a parlarne per non finire più, ma oggi non è questo il nostro intento, tranquilli! Attualmente sul mercato lo si può trovare fresco, sotto sale nel caso del baccalà, essiccato al vento e all’algido sole delle isole Lofoten nel caso dello stoccafisso. Certamente molti di noi avranno ancora vivo in mente e non solo, il ricordo del baccalà o dello stoccafisso da cui proprio non hanno potuto esimersi la scorsa vigilia di Natale.

Cosa consigliare però se vi viene chiesto un accostamento con il vino? Il classico baccalà al pomodoro e patate ad esempio ha bisogno di un rosso dall’acidità micidiale. Uno su tutti è sicuramente la Barbera. Vino famoso per la sua disponibilità verso il cibo, le

Barbere più rampanti sono dotate di un corpo solido e profondo che ben si miscela alla salinità del pesce, trovando un preciso incastro con la morbidezza fruttata del vino, un po’ come succede in una partita di Tetris. Andiamo così a trovare la combinazione perfetta per il nostro esigente palato. Volendo fare un aperitivo coi fiocchi, il merluzzo, a mio gusto, è sicuramente fritto! “Facem’ per casa” si dice da noi e il merluzzo alla marchigiana passato nella farina per essere poi fritto e adagiato su una salsa al pomodoro con aglio e pepe, ha un bisogno assoluto di una bollicina. Aggiungiamo così un’altra figura nella nostra partita di Tetris, con un Franciacorta che possiede nel suo DNA una straordinaria vocazione per il cibo. I dosage zerò, che, per capirci, non hanno il dosaggio della liqueur d’expedition, sono i più secchi e i più autorevoli a svolgere questo compito.

Il liqueur d’expedition altro non è che uno sciroppo di vino e zucchero che viene aggiunto in seguito all’ultima fase di lavorazione di un metodo classico (degorgement) in cui eliminando il deposito sul collo della bottiglia si va a colmare quello spazio rimasto libero facendo un vero e proprio rabbocco. Qualora non si introduca il liqueur d’expedition ma lo stesso vino, si ha uno spumante pas dosé. Mangiando, bevendo e giocando si è fatto quasi tardi, sarà meglio salvare questa partita per proseguirla più avanti, aggiungendo blocco su blocco a questa sessione speciale ed infinita, perché del resto, come dice il Darwin Pastorin, le partite non finiscono mai.

Il team “Bevuti per voi” oggi ha giocato a Tetris utilizzando 2 figure (per così dire): la Barbera d’Alba di Teobaldo Cappellano 2004 ed Il Dosage Zerò 2000 di Cà del Bosco… speriamo di non perdere!

Giovanni Di Stanislao