Con spada, gambero rosso e spuma di ricotta del Poro alla nduja

La “lestopitta” deriva il suo nome dal greco “leptòs”, sottile, e “pita”, pane. Il che equivale a dire pane sottile e non, come erroneamente riportato a volte, “pane veloce”. In realtà la sua preparazione è piuttosto semplice, ma non così veloce. È una sorta di focaccia, semplice, a base di acqua, farina, olio e sale, che viene fritta e servita calda, quando è ancora croccante, o arrotolata e farcita, una volta fredda e ammorbidita. È stata in qualche modo assimilata alla piadina, sebbene il procedimento di cottura sia diverso. La lestopitta ha certamente una derivazione greca e non soltanto nel nome. È tipica di Bova Superiore, caratteristico paese in provincia di Reggio Calabria, situato sul versante orientale dell’Aspromonte. La lestopitta è ottima per accompagnare salumi e non solo, io la utilizzo in questa versione con il pesce.

Ingredienti della lestopitta: 200 g di semola di grano duro; 100 ml di acqua tiepida; un cucchiaio di olio d’oliva; un cucchiaino di sale; olio d’oliva abbondante per la frittura. Impastare a lungo e con forza gli ingredienti fino ad ottenere una palla liscia e compatta. Coprirla con un tovagliolo e lasciarla riposare almeno un’ora. Dividere l’impasto in quattro pezzi, schiacciarli leggermente con le mani, poi ripiegare verso il centro i lembi esterni e arrotondarli, formando quattro palline. Questo procedimento serve ad incamerare aria all’interno di ogni impasto. Coprire e lasciare nuovamente riposare almeno un’ora. Scaldare abbondante olio in una padella e intanto stendere sottilmente le palline di impasto con il matterello. Immergere nell’olio le sfoglie ottenute. Se l’impasto è stato ben eseguito, le vedrete gonfiare e in questa fase cercheremo di dar loro la forma del tacos che poi andremo a farcire con gli ingredienti.