Un progetto formativo firmato Sirman S.p.a.

Parte il progetto formativo Sirman “Si mangia al bar”, uno studio per concessionari, gestori e operatori di locali pubblici atti a far sviluppare il comparto nel settore food. Oramai è chiaro che in tutta Europa il “fuori casa” è in grande espansione e il bar all’italiana, fatto di sole colazioni, caffè e tramezzini, non regge più la pressione delle richieste del pubblico e, parallelamente, l’insufficienza delle proposte riduce il volume di affari. Il bar ha orari più flessibili, maggiore distribuzione sul territorio, prezzi più contenuti grazie ad un’offerta di minore valore e, molto importante, con maggiore rapidità nel servizio. Tutte caratteristiche che permettono al bar di sostituirsi sempre di più alla ristorazione tradizionale. Il light lunch nella pausa lavoro ha bisogno di un prodotto snello e veloce che deve obbligatoriamente essere trasformato nel locale con capacità e competenza per abbattere i maggiori costi dei prodotti prefiniti. La produzione in una piccola cucina a norma può garantire al gestore una serie di preparazioni stagionali di alto gradimento per i clienti abbattendo i costi in maniera importante e riuscendo a dare grande soddisfazione al cliente finale. La medesima situazione l’abbiamo all’aperitivo con food ove il cibo in abbinamento prende sempre di più uno spazio importante e il prezzo finale deve essere calmierato e compreso nel drink. Le preparazioni devono essere fatte in laboratorio: pizza e focacce, toast e sandwich, riso, cous cous e paste, insalate insalatone, cialde, canapè e crostini, salse, creme e condimenti, puree e mousse, piccole cotture e quant’altro si possa trasformare dalla materia prima commestibile. Questo progetto ridarà al bar quell’energia economica che negli ultimi anni ha perso a causa del cambio della richiesta del cliente e della carenza di formazione degli operatori. Sirman, con le sue piccole macchine professionali per la trasformazione alimentare, aiuterà gli operatori nella trasformazione esperta delle materie prime per migliorare la qualità delle proposte, la soddisfazione del consumatore e, non da poco, aumentare l’utile provvisorio sulla consumazione.