Fattelo dire dagli altri

Il concetto di zuppa mi richiama alla mente immagini sopite di dorati paesaggi bucolici, ritmi di vita e delle stagioni oramai completamente soverchiati e la bontà di prodotti genuini e poveri che quando venivano portati a tavola c’era di che fare festa. Oggi tutto questo si cerca di ri-scoprirlo, di ri-proporlo e di ri-prenderlo, nel tentativo disperato di salvare un pianeta che altrimenti ci annienterà a stretto giro. Se proviamo a tornare al principio, però, lo facciamo per un nostro tornaconto. Per non estinguerci. E non perché abbiamo compreso che le regole sono limiti che preservano la nostra libertà e non già ce ne privano; né che il rispetto è la regola universale che riguarda sia la materia non vivente che forme di vita animate senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali. Invece, sia nei confronti della natura che verso i nostri simili, faremmo bene a ricordarci sempre da dove siamo partiti: chi ha potuto muovere i propri passi lungo un sentiero rigoglioso lasciatogli in eredità da chi lo ha preceduto, non dovrebbe mai dimenticarsi che il merito di questa ricchezza non è suo e dovrebbe essere riconoscente e grato, impegnandosi, al contempo, perché la propria fortuna possa essere occasione per divenire costruttore di ponti e non di muri. E chi, al contrario, si è “fatto” da se, ugualmente dovrebbe essere riconoscente per aver avuto opportunità che altri non avranno mai e fare memoria di questo, perché il tempo e il successo non sbiadiscano troppo i contorni di umili origini, rischiando una pericolosa metamorfosi in irrecuperabili ipocriti e tracotanti boriosi. Insomma, restiamo umani e con i piedi ben piantati a terra e dentro la nostra storia personale perché se uno “è bello, bullo e balla bé” non se la deve cantare da solo guardandosi allo specchio: lasciamo che siano gli altri a raccontare che persone siamo. Noi, intanto, scegliamo chi vogliamo essere.

Zuppa di “lacrima di Morro d’Alba” con percocche caramellate

Ingredienti: 200 g di zucchero (per la riduzione del vino con fragole); 1 l di lacrima di Morro d’Alba; 200 g di fragole; 4 percocche (pesche) intere; 120 g di zucchero (per saltare in padella le percocche). Unite lo zucchero con il vino e le fragole e fate ridurre il composto della metà. Filtrate il tutto e lasciate raffreddare. Quindi tagliate le percocche a dadini e saltatele in padella con lo zucchero fin quando non si saranno asciugate completamente. Disponete le pesche al centro di una fondina utilizzando un coppapasta e tutt’attorno versate la zuppa.