San Donaci è un Comune di poco più di 6000 abitanti, poco distante da Brindisi, nel Salento. È un importante centro di viticoltura oltre che di agricoltura e allevamento. In questi luoghi Natalino Del Prete perpetua il lavoro di tre generazioni di vignaioli conducendo la vigna in naturale dal 1994. La sua produzione non supera le 20000 bottiglie annue con una superficie vitata di 7 ha. I vitigni impiantati sono tutti autoctoni: Aleatico, Negroamaro, Primitivo e Malvasia Nera, coltivati nel massimo rispetto della natura, dell’ambiente e della biodiversità. Il buon lavoro prosegue anche in cantina, dove si tramandano le tradizioni locali e le uve fermentano con solo i lieviti indigeni, così da preservare le più piccole sfumature del terroir e le annate. I terreni sorgono su luoghi denominati Terra dei Messapi, che in sintesi è un partenariato che riunisce diverse realtà pubbliche e private di un territorio rurale con lo scopo di coordinarne e svilupparne le attività socioeconomiche e culturali. Ho incontrato svariate volte Natalino Del Prete, un uomo d’altri tempi e d’altri luoghi, le sue mani raccontano del duro lavoro in vigna e in cantina, il viso è solcato dal sole. Un uomo di bassa statura ma di animo forte e gentile, un vero contadino. Ricordo, ormai molti anni fa, la prima volta che assieme al mio amico Alessandro Zamboni (fu proprio lui a farcelo conoscere) degustammo un suo Negroamaro alla ceca. Che dire, quel giorno eravamo tutti assolutamente fuori strada, concordi quasi all’unanimità che si trattasse di un vino piemontese…Sembra incredibile ma è vero, il suo vino può essere definito il Nebbiolo del Salento, tanto è sottile ed elegante. Puro, diritto ed avvolgente, intenso, grado alcolico presente ma che non guasta un equilibrio quasi struggente. In bocca il frutto è presente ma discreto, centrale, etereo e sanguigno. Immagino il mio prossimo viaggio in Puglia e non posso fare a meno di pensare ad un gattò o pitta rustica, diffusa soprattutto nel salentino, una specie di pizza farcita fatta di patate condite con olio sale e pepe, formaggio uovo e latte caprino, che veniva impastata e messa su teglie di terracotta e infine cotta sotto la brace…
#quasisemprenonecomesembra
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