I maccheroni, le focacce, le farinate, le schiacciate, le piadine, poi la pizza, “pianta germogliata nel giardino della fantasia partenopea”, come ricorda Nello Oliviero nel suo simpatico “Storie e Curiosità del Mangiar Napoletano”.
Al di là delle origini con sicuri riferimenti biblici, si sa che con Colombo arrivarono mais e pomodori e nel Settecento i popolosi vicoli della città del Vesuvio erano vivacizzati dalle bancarelle con i maccheroni, cibo dei poveri. Aglio, olio crudo, acciughe, e successivamente pomodoro e mozzarella, precedendo la pizza, una specie di schiacciata lavorata a mano e piegata in quattro. Poi la Storia oltre la leggenda. Nel giugno del 1889, scrive Renzo Pellati (”La storia di ciò che mangiamo”), il Re d’Italia Umberto I di Savoia, in vacanza a Napoli, per assecondare la richiesta della moglie regina Margherita, invitò alla reggia di Capodimonte Raffaele Esposito, detto Pietro, allora tra i più noti pizzaioli di Napoli. Il fornaio ne preparò tre tutte diverse, ma quella con pomodoro, basilico e mozzarella fu la preferita. E così la “Margherita”, questo semplice ma geniale piatto, fatto con poco, invase il mondo. Non più i maccheroni (“pietanza napoletana” apprezzata da Alessandro Dumas) cibo popolare per antiche fami diffuso nei palazzi e nei vicoli, ma finalmente le pizze per tutti gli appetiti.
Ma si sono dovuti attendere gli anni Cinquanta del Novecento. Prima un contributo diffusionale venne dai garibaldini piemontesi, lombardi, veneti e poi dai reggimenti regolari dei Savoia. Poi due guerre mondiali, complici tanti scrittori golosi, tanti viaggiatori stranieri e soprattutto l’uso del pomodoro, prima sconosciuto come alimento, per diffondere quel rotondo pane schiacciato dai colori patriottici, dai profumi delicati subito riconoscibili, insomma la pizza.
E poi la musica, il cinema, il teatro, le canzonette, la gastronomia che l’ha adottata arricchendola e trasformandola con l’aggiunta dei sapori più diversi. La fanno in mille e mille dappertutto, modificandola con fantasia, proponendola a tutti i palati agli orizzonti più disparati. Siamo ai giorni nostri e la pizza è sempre più pizza.