Il nome del ristorante, fra i più gettonati a Boa Vista, è Morabeza che nella lingua di Capo Verde significa “ospitalità”. A gestire il Lounge Restaurant, situato sulla bellissima spiaggia di Joao Questao dell’isola di Boa Vista, è Marco Stevanato, vicentino. I piatti che propone, e non può essere diversamente, sono di pesce, quello fresco di giornata, che i pescatori capoverdiani consegnano ogni mattina al sorgere del sole; ma la tecnica di cottura ed i sapori sono quelli della tradizione veneta. Del resto Vicenza e Capo Verde, ex possedimento portoghese nell’Oceano Atlantico, hanno in comune la cultura della tavola e della cucina legata al baccalà. Autodidatta, Marco Stevanato, trentenne, ha scoperto la passione per la ristorazione proprio a Capo Verde dove dopo una vacanza ha deciso di fermarsi per gestire assieme a Paolo Folgoni, bresciano, il lounge bar Morabeza. “I molti turisti italiani che frequentano Boa Vista – dice Marco – mi chiedevano di preparare qualche piatto italiano. Ho iniziato con il baccalà alla vicentina, una ricetta che mi ha dato la mamma che a sua volta aveva imparato da mia nonna”. È stato subito un successo: per quante porzioni preparasse queste andavano tutte a ruba. In poco tempo il piccolo locale del bar è stato ampliato diventando un grazioso ristorante con i tavoli sistemati sulla spiaggia, fra capanni e arredi di giunco, dove assieme al baccalà alla vicentina sono servite anche specialità locali come la catchupa (stufato di fagioli e mais macinato con pesce e carne) e le piccole e gustose aragoste. Ad accompagnare i piatti c’è il vinho branco de Fogo, prodotto da un vitigno Moscatel Bianco, cresciuto nella Cha das Caldeiras, ovvero lungo le pendici del vulcano Fogo, su terreni interessati da colate laviche recenti. “È un vino – spiega Marco Stevanato – che unisce con grande eleganza l’aromaticità intensa del Moscatel alla mineralità dei terreni. Si abbina bene con il baccalà che servo sempre con una fetta di polenta. La farina di mais arriva direttamente dai mulini vicentini”. In Veneto, Marco Stevanato, ritorna due mesi all’anno che coincidono con la chiusura del ristorante. “Ogni volta che torno – dice – mi dedico a sperimentare con l’aiuto di amici chef nuovi abbinamenti tra il pesce e i piatti della mia terra”.

Donato Sinigaglia