Senza tirar in ballo i pesci del Lago di Tiberiade, i nostri mercati vedono da vari anni la presenza di specie ittiche non di produzione nazionale. Vediamo alcuni esempi e relativi livelli di popolarità.

1. Il Persico africano o del Nilo (Lates niloticus) proviene dal lago Vittoria (Uganda, Kenya e Tanzania); viene pescato e lavorato in stabilimenti locali, ove viene surgelato prima dell’esportazione. È notevole l’impatto ambientale della pesca che è di tipo industrializzato, in contrapposizione con la pesca di sussistenza delle popolazioni locali. Ma l’introduzione stessa del Persico nel lago Vittoria, inserito nella lista delle cento specie invasive più dannose al mondo, ha comportato notevoli squilibri all’ecosistema locale.
2. Il Pangasio (Pangasius hypophthalmus), presente nei principali bacini del Sud-Est asiatico, come il fiume Mekong in Vietnam e in altri fiumi asiatici e stagni dedicati all’acquacoltura. Le caratteristiche che lo fanno apprezzare dai consumatori sono l’assenza di lische e del tipico “odore di pesce”, il sapore delicato e la consistenza compatta dopo la cottura.
3. La Tilapia (Tilapia Smith, 1840, ma anche specie del genere Oreochromis e vari ibridi) è tra i pesci più allevati al mondo (soprattutto in Cina, nel sud-est asiatico in generale, ma anche in America Centrale e in Africa), non soltanto per le sue carni ma anche per la sua pelle destinata perlopiù all’industria conciaria. È un pesce molto resistente che non richiede costi elevati di allevamento e che cresce rapidamente. Costa poco, ha un sapore delicato: un pesce che “sa di pesce” non è sempre apprezzato (considerate per esempio la ristorazione scolastica). Non contiene però grassi Omega-3 in concentrazioni rilevanti.
Tutti questi pesci di acqua dolce godono generalmente di scarsa reputazione da parte del consumatore italiano perché sono di origine extracomunitaria. Sulla salubrità del Persico africano da anni esistono dubbi, alimentati da inchieste giornalistiche e documentari, che puntano il dito contro il degrado ambientale del Lago Vittoria e il sistema produttivo alla base delle esportazioni. La pessima reputazione di cui a volte gode il Pangasio deriva invece da informazioni reperibili in rete che lo descrivono come un abitante di acque fortemente inquinate da scarichi industriali. La Tilapia, poi, basta dire che proviene dalla Cina! Molti autorevoli studi scientifici dimostrano il contrario, ma non bastano sicuramente a fugare tutti i dubbi. Ricordiamo però che non basta la semplice origine italiana per garantire la qualità e la salubrità dei prodotti (poiché le mele marce sono presenti dappertutto). Una volta ancora dobbiamo ribadire che è indispensabile affidarsi a fornitori qualificati che facciano le dovute verifiche, sia dal punto di vista documentale (verifica possesso certificazioni internazionali, verifica certificati sanitari) che dal punto di vista analitico (analisi microbiologiche, analisi su eventuali residui), senza trascurare qualche audit direttamente presso i produttori, anche per verificare le condizioni di lavoro del personale.