“Plin plin tortellin. Con tre uova di gallina in un chilo di farina, carne, grana, prosciuttini ecco i veri tortellini. Sono buoni sono tanti, tortellini F……..i”. Pubblicità! Mia figlia la cantava sempre e credo proprio che i bambini di allora, oggi sopra i quaranta, se la ricordino. Non so se quell’azienda esista ancora, pratico poco o nulla negozi di alimentari e supermercati e l’unico nome che mi rimbalza nelle orecchie è quello del signor Giovanni, simpatico veronese che fa la pubblicità in prima persona e ricorda un po’ Babbo Natale. La sua è l’unica marca (che è anche il suo cognome) di tortellini che conosco, ma di certo ve ne sono molte altre, alcune note solo a livello locale, nel territorio sede dell’azienda. So poco o nulla di cucina, ma questo non mi impedisce di stare bene a tavola e la pasta ripiena che metto sul podio è senz’altro il tortellino. Mi arrischio a qualche precisazione grazie al poco che ho appreso da una vecchia e cara amica emiliana che, lo confesso, ho disturbato per una breve consultazione sul tema. La pasta è importante – mi ha detto – sfoglia all’uovo tirata bella sottile, ma è poi il ripieno che fa la differenza, perchè tortellini, cappelletti e anolini “à son brisa la stessa cosa”! Ho provato a fare sintesi di quello che avevo capito: il ripieno dei tortellini ha carne di maiale, prosciutto crudo e mortadella; quello dei cappelletti carne di pollo (ma è meglio il cappone), maiale e anche formaggio fresco tipo ricotta; per gli anolini, manzo, cipolla, sedano, carota, salsa di pomodoro e qualche spezia. Poi ho fatto addirittura una verifica ne “Le 775 ricette originali di Pellegrino Artusi” (inspiegabilmente possiedo quel libro) ed ho capito che la mia sintesi l’avrei potuta buttare, ma ormai l’avevo scritta. Scusate. Esistono peraltro denominazioni e varianti, spesso minime ed ecco agnolotti, mezzelune, cappellacci, pansoti, tordelli, tutte caratterizzanti un determinato territorio, anche molto limitato. Andando un po’ più lontano, in Polonia, ci vediamo proporre un loro piatto tipico, i “pierogi”. A vederli sembrano tortellini giganti con tutti i ripieni possibili e immaginabili. Come sono? Non male a mio parere. Ma io sono un viaggiatore, ho girato il mondo, ho mangiato di tutto ed ho grande rispetto delle culture, gusti e tradizioni di tutti, tavola e cucina comprese.