La ristorazione muta in modo rapido e quasi impercettibile. Con questa nuova rubrica ne racconteremo l’evoluzione attraverso immagini, ricette e riflessioni, cercando di essere sempre contemporanei. Recentemente i “ristoranti gourmet” si sono trasformati in locali casual, divertenti e soprattutto vincenti: la cucina di alto livello di ogni singolo chef viene abbinata a un servizio informale con una proposta quantitativamente ristretta, ma caratterizzata da una mirata ricerca di ingredienti genuini, semplici e personali. Tutte le energie impiegate non sono più rivolte solo alla cucina, ma distribuite tra la proposta della carta dei vini (naturali), il buon servizio e l’ambiente. La dimestichezza sui social network è il nuovo passaparola. Le ispirazioni vengono dalle origini di ogni interprete, sempre meno condite da tecniche esasperate: la materia prima gioca il ruolo principale. Anche l’estetica del piatto cambia, è sempre più semplice e meno precisa, come a dire “rilassiamoci!”. L’accoglienza non è più dimostrazione di bravura, ma filosofia.

Guance di razza all’ascolana, pimientos del Piquillo, caviale e limoni in salamoia