Una decina di anni fa mi ritrovai ad assaggiare con dei colleghi il vino di una cantina che stava muovendo i suoi primi passi, credo fosse la seconda annata in carriera fino a quel momento. L’impressione di tutti fu un po’ incerta sul giudicare un prodotto che sulla carta aveva tante belle cose, ma nel bicchiere destava più di una perplessità. Di recente, a distanza di anni, ritento un assaggio e con mio immenso stupore, non ritrovo più quelle sensazioni sgradevoli che tanto mi avevano allontanato, ma un vino incredibilmente buono e ben fatto! Parliamo di Marina Palusci a Pianella nell’entroterra pescarese, dove colline argillose e calcaree forniscono il contesto perfetto per portare avanti un’agricoltura d’altri tempi. Questi terreni non sono stati coinvolti da processi di massa, in virtù dei tanti frazionamenti di vigneti generalmente adibiti a uso familiare. È una storia di famiglia anche quella dell’azienda Marina Palusci, che ha inizio con il nonno di Massimiliano Daddario, il quale viaggiava per i diversi mercatini della zona a vendere bovini e vino sfuso. L’allevamento suino e bovino rimane tuttavia l’attività principale fino all’anno 1989, momento in cui Marina Palusci, moglie di Massimiliano, decide di prendere in mano la gestione dell’azienda conducendola nella direzione di una produzione di nicchia di olio extravergine d’oliva di qualità. Nel 2008 Massimiliano sceglie di recuperare le vigne con un’età media di 60 anni e ricomincia a partire dal 2009 a produrre Montepulciano. Ad oggi l’azienda si espande su circa 4,5 ettari suddivisi in 8 appezzamenti in un microclima perfetto. Questa zona si trova a meno di 20 chilometri dal mare ed è equidistante dalle montagne, donando alle vigne che vi sorgono una biodiversità unica, aiutata dai venti che provengono dai monti e dalle brezze marine che permettono di ridurre l’umidità. L’azienda di Marina Palusci è l’unica a livello italiano ad aver ottenuto la certificazione SAINS che indica la produzione di prodotti davvero eccezionali all’interno dei quali non è stato aggiunta alcuna sostanza a correzione del vino. Si tratta di un processo totalmente naturale in ogni fase poiché le sostanze chimiche sono bandite, non solo in cantina bensì anche in vigna. Un vero e proprio vino naturale, appunto. Chi sceglie questa tipologia di viticoltura mette al centro il ruolo della natura e la sua importanza nel determinare il risultato finale del vino. Dal momento dell’inizio attività dell’azienda, il team di Marina Palusci ha preso decisioni radicali, scommettendo ostinatamente che l’adozione di processi agricoli e di vinificazione completamente naturali avrebbe alla lunga pagato in termini di apprezzamento di pubblico. Pur se lontani dal consumo di massa, i vini SAINS, biologici, biodinamici e vegan prodotti dall’azienda abruzzese sono ad oggi particolarmente apprezzati in Italia e all’estero, dove la consapevolezza rispetto all’importanza di quel che ingeriamo è anche maggiore. La scelta che guida la produzione dei vini Marina Palusci riflette un’attenzione alle tematiche più rilevanti in materia di ecosostenibilità. Non si tratta di decisioni prese per moda o per convenienza: solo chi ha consapevolezza dell’importanza del lavoro in vigna e di quanto la sostenibilità sia fondamentale per garantire un prodotto di alto livello può competere nel mercato del vino del futuro. Le bottiglie firmate Marina Palusci sono il frutto di un percorso organico, che mette al centro la materia prima, rispettandola in ogni fase: dal lavoro in vigna alla vendemmia, dalla vinificazione all’imbottigliamento. La viticoltura praticata rispetta non solo le più stringenti norme sanitarie, bensì aderisce ai principi della biodinamicità nel caso di alcuni vitigni. Una maggiore sinergia con gli elementi naturali consente di valorizzare al massimo l’uva, concentrandone i sapori per gustarla poi in totale naturalezza all’assaggio nel bicchiere. Andando in controtendenza rispetto a un approccio massificato nel settore vitivinicolo, che negli scorsi anni ha privilegiato maggiormente la quantità rispetto alla qualità, Marina Palusci vuole esaltare l’aspetto più “salutare” di questi vini, sottolineando la genuinità del prodotto che denota la grande competenza del team di esperti che lo producono. Infatti, lavorare senza l’utilizzo di solfiti aggiunti nel vino rappresenta una sfida notevole, poiché impone all’enologo di applicare e affinare al massimo le proprie competenze, al fine di ottenere un risultato finale davvero pregiato. È stato dimostrato che i bisolfiti, aggiunti al vino per correggerne alcuni difetti e per renderlo più stabile, producono effetti spiacevoli sull’organismo, tra cui il classico ‘cerchio alla testa’. Inoltre, pur rendendo il lavoro dell’enologo più semplice, il vino è senza personalità. Al contrario, i vini biologici, biodinamici, naturali, e senza solfiti aggiunti sono espressione della massima competenza dell’enologo, poiché privi di qualsiasi raffinazione mirata a correggere artificialmente i sentori. Dalla vigna, dove si utilizzano solo rame e zolfo, alla cantina, dove la fermentazione avviene esclusivamente in modo spontaneo, i vini Marina Palusci si distinguono per la loro qualità estrema. Il Plenus è l’etichetta di riferimento dell’azienda Marina Palusci, che sceglie il termine per declinarlo in tutte le sue espressioni. Citiamo ad esempio il Plenus Montepulciano Doc, capostipite della produzione aziendale e rappresentativo del territorio, e il Plenus Rosato IGT, interprete della tradizione abruzzese di questo stile di vinificazione e ottenuto da un sapiente blend di uve Montepulciano, Sangiovese, Malvasia, Pecorino, Lambrusco Salamino, Trebbiano Abruzzese e Moscato Rosa. Ma anche il Plenus Pecorino IGT e il Plenus Passerina IGT, autoctoni abruzzesi in grande ascesa. “Abbiamo un obiettivo grandissimo, quello di cercare di fare il vino tutti gli anni senza l’utilizzo di chimica di sintesi in vigneto utilizzando solo rame e zolfo, non abbiamo mai utilizzato lieviti selezionati, crediamoprofondamente nella biodiversità dei lieviti indigeni simboli dei nostri territori. In cantina ci ostiniamo a produrre i nostri vini senza l’utilizzo di nessun additivo chimico compresa l’anidride solforosa. Nei nostri vini troverete solo quella sviluppata dalla fermentazione spontanea con residui totali nei vini sotto ai 20 mg. Abbiamo scelto di vinificare i nostri vini in acciaio e affiniamo in bottiglia, crediamo profondamente nell’utilizzo dei tappi a vite per preservare i nostri vini e farli maturare in maniera particolare. Marina Palusci è Cuore, Passione e Anima…”.

Giovanni Di Stanislao