Il bar all’italiana tenderà a scomparire o quantomeno ne resteranno pochi. Molti saranno affiancati ai tabacchi, altri giustamente alle pasticcerie, altri alle edicole con il servizio caffetteria, nei centri commerciali e addirittura fra gli scaffali dei prodotti dei supermercati. I bar e i locali si trasformeranno tutti in bistrot con anime e culture diverse, ma così saranno. Il termine bistrot è ormai usato in tutta Europa ed è un locale che fa bar con cucina, nasce, si racconta durante l’occupazione dei russi a Parigi che chiedevano di consumare in fretta bistro, che significa “rapidamente. Il motivo? Il bar deve riconquistare la componente artigianale, ovvero trasformare materie prime per poter garantire maggior margine. Il bar che fa colazioni acquistando croissant, aperitivi chip con solo noccioline e patatine, light lunch di pranzo con primi surgelati preconfezionati non riesce ad avere utili sufficienti. Sono passati i tempi del bar di quartiere con il flipper e la sala biliardo ove gli avventori tutti i giorni generavano consumi. In quei tempi il bar era anche l’unico che a Natale vendeva i panettoni, i liquori e una bottiglia di vino. Oggi costi di gestione e grande distribuzione hanno cambiato gli orizzonti. Fare il gelato, pasticceria, pizza, pane, cocktail, danno marginalità, hanno però bisogno di capacità di trasformazione. Anche lo stesso aperitivo, tanto in voga, deve essere assolutamente coadiuvato dalla piccola gastronomia che, se venisse acquistata prefinita, il food cost lieviterebbe e i margini si assottiglierebbero. Ecco dunque venirci in aiuto SIRMAN con un nuovo progetto formativo “CUCINO AL BAR” che spiega come fare per soddisfare le necessità di questo comparto in forte trasformazione. Una formazione per gestori e risorse umane atta a spiegare il marketing e le facili e veloci ricette che si possono realizzare in poco spazio, in breve tempo. Chiedete al vostro concessionario di attrezzature alberghiere il calendario delle date della formazione CUCINO AL BAR SIRMAN.