In tutto il mondo significa prendi due drink e ne paghi uno in uno specifico orario, ma ben presto è stato modificato con paghi uno e bevi due, ovvero il secondo gratuito, altrimenti entravano due avventori e ne consumava uno soltanto. In Italia no! Happy hour non prevedeva agevolazioni, soltanto un termine che identificava un’ora felice che, soprattutto a Milano, avrebbe aiutato i bar della città a riportare la gente dopo il lavoro ad incontrarsi. Incontrarsi grazie ad un bicchiere e soprattutto ad un ricco buffet pieno di cose ghiotte da mangiare, atte ad accompagnare il drink scelto. Ben presto quell’aperitivo si trasformò in sostitutivo della cena ed il consumatore del buffet, sempre più esigente, spingendo i gestori fino al punto di portare il prezzo dell’aperitivo troppo alto per essere un aperitivo e dirottare le scelte del consumatore di nuovo verso il ristorante. L’aperitivo alla milanese era ad un bivio: impreziosire il buffet aumentando i costi, perdendo volume di clientela, o lasciare il buffet chip subendo un abbassamento della qualità clientela. Nasce l’aperitivo gourmet, ovvero, piccole e preziose preparazioni gastronomiche a scelta nella carta da gustare in pairing, “abbinamento”, con il cocktail proposto dal barman chef. Aperitivo creativo preparato ad arte da mixologist che utilizzano nuovi prodotti da miscelazione atti a cercare di creare nuove sensazioni gustative nei moderni avventori. E i bar, gli american bar, i cocktail bar, diventano tutti bistrot, ove diviene necessario cucinare fino al punto che lo stesso ristorante per combattere la concorrenza interna al comparto food service si adegua; nascono così ristoranti che propongono cocktail in abbinamento ai loro piatti. Un tempo il bar aveva il biliardo per attirare i clienti, poi il biliardino, il flipper, la tv, il calcio in abbonamento, poi? Chissà cosa ci riserverà il futuro del marketing del bar, l’importante è che si continui a parlare di cocktail che sembra essere ancora una cosa alla moda ma che in realtà ha oltre 250 anni. Tante sono le ricette che vengono consumate per l’aperitivo, fra le prime al mondo possiamo trovare l’Old Fashioned, il Negroni, lo spritz, anche se il più affascinante rimane sempre il Martini cocktal. Vi voglio proporre una ricetta che ho creato: la bolliciña, (bollicigna) come dice il nome, la commistione fra lo spumante e la famosa caipiriña. Se ne possono creare di varie versioni, basta scegliere la base che si preferisce: un agrume mandarino o arancia o lime o pompelmo o limone o yuzu. Aggiungete zucchero di canna, un distillato, ghiaccio pilé e spumante. Quello che vi propongo di seguito è fatto così: pompelmo giallo a pezzetti, due cucchiaini di zucchero di canna. Pestate facendo sciogliere lo zucchero, strappate all’interno 4 foglie di basilico e aggiungete 3 cl. di vodka, riempite i bicchieri di ghiaccio pilé e colmate con spumante.