Entusiasmo, passione e tanta voglia di mettersi in gioco. Non è poco per uno chef che partito dal nulla ha in poco tempo conquistato i palati esigenti dei tedeschi. Autodidatta, Michel Schivo, 44 anni, padovano, nato a Monselice, è approdato a Mudau, al ristorante Carrubbo, dopo un’esperienza di pochi mesi fatta nel Montenegro, nella località di Budva. “Sono riuscito – dice Michel – a capire e far capire che la cucina è prima di tutto semplicità e massima attenzione al prodotto e alla sua cottura. Sembra un’ovvietà e per certi aspetti lo è, ma quando ci si trova davanti ai tedeschi abituati all’uso esagerato del burro, alle salse dolci che sfalsano i gusti, il compito di uno chef per fare apprezzare i piatti di casa non è mai facile”. A poco a poco Michel è però riuscito ad “educarli”, proponendo un mix nei piatti che richiamava la cucina tedesca. Con passaggi graduali è arrivato a fare apprezzare la migliore tradizione veneta: moscardini alla veneziana e fegato alla veneziana, oltre alla pasta tirata a mano dallo stesso Michel. “E’ stato un percorso lento, ma ricco di soddisfazioni”, aggiunge lo chef, che va orgoglioso di avere fatto conoscere la migliore tradizione culinaria del Veneto. Molti dei clienti di Mudau sono diventati amici di Michel tanto che ogni estate s’incontrano nel ristorantino di pesce “Da Michel” a Baone. I tedeschi l’hanno ribattezzato il «pirata». E lui, Michel Schivo, ride sornione sotto quella barba annodata che ha davvero qualcosa di salgariano. Sorride perché gli piace il personaggio che gli hanno ritagliato addosso. “Da quando ho conosciuto i miei limiti ho iniziato a migliorare”, ama ripetere Michel. Un modo per dire che occorre sempre guardare avanti. Con umiltà. E ricorda: “A nove anni ho impastato la mia prima pizza, vedendo come faceva mio padre”.