Spezie colorate, odorose, fragranti, preziose, esotiche, passionali, aromatiche, saporose, inebrianti. Per loro sono state combattute guerre, armate flotte, fondate banche e compagnie commerciali, creati e distrutti imperi, tutto nell’arco di secoli, di millenni. Se già in epoca romana fu la via della seta a tracciare il cammino su terra verso Oriente, nel XV e XVI secolo furono spagnoli e portoghesi ad aprire sui mari la via delle spezie fino all’India, il Mar Cinese Meridionale e la famigerata Penisola di Malacca. Anche Cristoforo Colombo avrebbe dovuto cercare spezie, ma finì da un’altra parte e scoprì l’America. Seguirono gli olandesi e gli inglesi, che alle spezie aggiunsero l’oppio. “Le spezie in quell’epoca guidavano le economie mondiali come oggi fa il petrolio” scrisse lo storico statunitense Charles Corn. Non c’è dubbio che tra i mille prodotti con cui la cucina fa godere il nostro palato, ben pochi hanno avuto una storia affascinante e misteriosa come le spezie. Uno chef pluristellato, un bravo cuoco o anche una appassionata massaia realizzano meraviglie grazie alle spezie, mentre io devo sconsolatamente ammettere che in cucina non so fare nulla. Eppure anche per me le spezie sono importanti. Io sono un viaggiatore, un giramondo e loro sono l’album dei miei ricordi, la memoria di presenze in una miriade di luoghi del pianeta, spesso lontani, esotici, dove la tavolozza multicolore delle spezie l’ho sempre e puntualmente ritrovata nei luoghi simbolo, i loro templi: i mercati. I tramonti a Rahba Kedima nel Suq di Marrakech in Marocco. I richiami cantilenanti nell’immenso Khan el-Khalili del Cairo, in Egitto. Le venditrici con lo hijab e gli occhi truccatissimi al Baru Chow Kit di Kuala Lumpur in Malaysia. L’atmosfera nostalgica del Anjuna Market a Goa in India, dove negli anni ‘70 gli hippy non compravano solo spezie (e forse anche oggi). Il Phsar Kandal di Phnom Penh in Cambogia, dove con le spezie si vendono tutti gli insetti possibili e impossibili, comunque laggiù commestibili. Spezie, irrinunciabili in cucina… e nei miei ricordi.