I macinati di carne sono molto utilizzati nella cucina cinese e non sorprende quindi che Sirman riesca a vendere una considerevole quantità di tritacarne in questo Paese! La carne tritata viene spesso saltata insieme alle verdure per insaporirle o per preparare i ripieni dei famosi ravioli cinesi, cotti poi al vapore o alla piastra. Uno degli utilizzi più comuni sono però le polpette, che possono essere di maiale, manzo o pollo. La carne viene tritata finemente, in modo che si amalgami perfettamente con i vari ingredienti fino a divenire quasi una mousse. Come in Italia, anche in Cina le varianti delle polpette sono numerose. Nella cucina cantonese vengono spesso rivestite da uno strato di tofu e poi cotte al vapore. Nella provincia del Sichuan, nei ristoranti chiamati “Hot pot”, le polpette vengono servite crude e poi cotte dai commensali in una pentola piena di brodo, che viene posizionata al centro del tavolo. Nella Cina del nord le polpette sono solitamente di piccole dimensioni e di forma irregolare, vengono preparate con l’aggiunta di farina e fritte. Le polpette possono essere anche uno snack da comprare sui banchetti di strada, infilate negli spiedini e cotte sulla griglia o nel brodo. Nella cucina della Cina occidentale sono tipiche delle polpette piuttosto grandi (dai 5 ai 10 cm) chiamate testa di leone (㮶ᗸ༈). Si tratta di un piatto nato a Yangzhou e di cui si trova una traccia storica già nelle cronache della visita in questa città dell’imperatore Sui Yangdi (569 – 618), che gustò molto questo piatto. Queste polpette, originariamente preparate durante le festività, sono fatte con carne di maiale alla quale viene aggiunto lo zenzero e spesso anche delle castagne d’acqua, per dare maggiore consistenza. Vengono prima passate velocemente in padella con dell’olio caldo e poi finite di cuocere in una zuppa, dove si aggiungono diverse verdure, molto spesso cavolo cinese. Possono essere bianche o rosse, quest’ultime con l’aggiunta di salsa di soia. Il nome particolare deriva dal fatto che la polpetta assomiglia alla testa del leone ed il cavolo, o le altre verdure aggiunte al brodo, alla sua criniera.

Simona Ceresani