Io ho la nazionalità italiana ma sono puro Garfagnino, detto questo…una piccola zona, forse un po’ incolta, tanto verde, tante montagne, tanti funghi: un’isola felice (era). Da buon discepolo di mio nonno, molti anni fa, ho avuto la fortuna di vivere una natura vera, di capire e conoscere i cambiamenti e le stagioni, di poter camminare per ore senza incontrare nessuno. Mi insegnava a riconoscere le erbe officinali e aromatiche, le verdure selvatiche, la frutta e chiaramente anche i funghi, ad apprezzarli, a raccoglierli, ma anche a rispettarli, a non avere l’ingordigia di portare a casa più del necessario, di raccogliere quelli giusti a non deturpare l’ambiente dove si sviluppano.
La cultura montanara all’epoca era data dalle informazioni tramandate da generazioni, oggi mi rendo conto di quanto era limitata la conoscenza specialmente sui funghi, si raccoglievano solo pochissime varietà, i porcini, gli ovoli, i galletti, i prignoli, qualcuno raccoglieva qualche prataiolo, ma quando si parlava di funghi gli unici che facevano testo erano i porcini, il resto si raccoglieva in momenti di magra. Pensiamo invece a una padellata di lattari di lepiota, di mazze di tamburo, qualche piopparello e, perché no, anche porcini per il profumo, ma la consistenza delle carni non ha paragone. Il porcino è buonissimo alla piastra o fritto oppure nei sughi e intingoli, ma vuoi mettere un ovolo in carpaccio bello fresco tagliato a fettine sottili con un velo di olio buono e sale? E’ una meraviglia di colori e profumi, per non parlare del gusto! Per il profumo penso che i prignoli o funghi di San Giorgio non hanno uguali e sono anche per antonomasia i funghi dei cerchi delle streghe , Oggi veramente anche la mia zona è diventata troppo frequentata, con il rischio di rovinare un habitat particolarmente delicato con equilibri ben definiti dalla natura e dal tempo. Da qualche anno con la comodità dei trasporti delle strade, la facilità con la quale si raggiungono i boschi e non per ultimo un certo abbandono della montagna, si sta verificando un vero e proprio assalto di massa nei periodi di nascita dei funghi e non solo, delle frutta selvatica come i mirtilli, delle castagne e delle nocciole. Certi giorni un vero esercito di persone setacciano il sottobosco lasciandosi dietro, come è facile immaginare, una grande discarica, bottiglie, lattine, carta, buste di plastica, pacchetti di sigarette e quantaltro si possa immaginare.
Forse con un po’ più di rispetto per l’ambiente e una minore pressione ci verrebbe regalata la gioia di passare una bellissima giornata con il nostro cestino, coltello e scarponi , Ho tralasciato di parlare di quei funghi che nascono sotto terra, non perché non li apprezzi ma, dato che non ho mai avuto il piacere di trovarli, rientrano in una categoria a parte come d’altronde anche tanti funghi coltivati. Oggi abbiamo produzioni notevoli di prataioli, di geloni, di pioppini, in verità anche di ottima qualità e a prezzi contenuti, ma mi auguro comunque che la scienza non trovi mai il modo di coltivare porcini ovoli ecc. Lasciamo alla natura e a noi il piacere di esultare nel momento in cui i nostri occhi scovano un fungo nascosto da foglie e erba e ci riservi il piacere di gustare per ancora tanto tempo questi meravigliosi frutti delle terra.

Ottaviano Pellini