“…e la frutta?: pere ranelle, pere moscatelle, pere zucchine, pere di San Pietro, pere invernicce, pere strangolapreti…” Ruzante (Angelo Beolco, Padova 1436?-1502)

“Subito dopo aver mangiato dall’albero della conoscenza del bene e del male raccolsero le grandi foglie del fico per coprirsi (Genesi 3.7)”. 

Il primo indumento unisex della storia sarebbe stato quindi la foglia di fico che Adamo ed Eva si misero lì per coprire le rispettive “vergogne”. Ma questo subito dopo l’atto di disubbidienza a Dio avendo addentato il frutto proibito, la mela, complice un serpente tentatore. O è stata una pera? Un frutto originario anche questo dall’Asia occidentale come la mela, sostengono certi studiosi, ma nel perduto Eden (patrimonio mitico di molte religioni e di certi riti pagani) c’erano tutti i frutti per cui è inutile discutere e lasciamo l’alba dell’uomo e le sue credenze per passare alla storia della gastronomia. E prima ancora della semplice alimentazione, sottolineando il valore “umano” della frutta che impegna molti nostri sensi: la vista (la forma e il colore), l’odorato (il profumo spesso delicato ma anche forte), il gusto (mordendola e masticandola) e perfino il tatto. Il pero conosciuto per primi dai soliti greci 3000 anni prima di Cristo, è stato poi diffuso dai romani soprattutto in Europa. I moltissimi simbolismi, assieme alla mela, sono stati esaltati da scrittori e poeti, scultori e pittori, trasferiti nelle fiabe (la mela di Biancaneve e le pere di Pinocchio) e nelle leggende. Ma per stare con i nostri tempi ecco la pera (ce ne sono circa 500 varietà) trasformata in sciroppi e succhi, in confetture e bevande fermentate, e con l’alcol, notissima è la grappa di pere William (crescono e maturano direttamente dentro le bottiglie appese ai rami dell’albero) nei dolci, nei frullati e nei cocktail. Malgrado la Rivoluzione francese e le sue innovazioni soprattutto culinarie, la pera è rimasta un frutto capace di sollecitare le nostalgie dei bei tempi (forse mai esistiti) e le fantasie degli chef. E questo inseguendo mode e manie: in pochi decenni la cucina è passata da quella liberty alla futurista, alla nouvelle cuisine, a quelle macrobiotiche e molecolari e a tutti gli eccessi di germogli e radici esotiche, di manipolazioni e alterazioni delle preferenze e dei gusti. Ma quanto è buono “il cacio con le pere”?