Caratteristiche e proprietà nutrizionali

Per “frutta esotica” si intende quella che “giunge da paesi lontani”, anche se viene usualmente identificata con i prodotti che crescono spontaneamente in zone tropicali e subtropicali e che vengono commercializzati nel mercato italiano a seguito di importazione dai paesi d’origine. Da numerosi anni, tuttavia, anche nel nostro paese si effettuano alcune coltivazioni tipicamente tropicali; l’esempio più eclatante è fornito dal kiwi, prodotto in molte zone del paese con ottimi risultati agronomici. Altre coltivazioni riguardano la feijova (che si è acclimatata nelle zone tipiche degli agrumeti e degli oliveti), l’avocado (che, dopo Marocco, Grecia, Israele e Corsica, viene attualmente coltivato anche in Sicilia), l’annona (che si è ben sviluppata in mezzo agli agrumeti),  la guava (Sardegna), la papaya (sotto serra in provincia di Ragusa). Sotto il profilo nutrizionale i frutti esotici che vengono consumati allo stato fresco presentano un elevato contenuto idrico (compreso tra il 65 ed il 95%), apportano in genere pochissime proteine ed hanno una quota lipidica trascurabile (eccezion fatta per avocado e cocco). Il valore energetico è riferibile alla presenza di zuccheri (prevalentemente glucosio e fruttosio) ed è piuttosto variabile, ma pur sempre limitato, almeno nella misura in cui tali alimenti vengono abitualmente consumati. Tra le vitamine sono importanti la C (soprattutto in babaco, kiwi e guaiava) e la A (in ispecie per mango, papaya e passiflora). Ferro e calcio sono presenti in quantità modeste (con l’eccezione di cocco e feijoa); è invece rilevante la quota di elementi alcalini, quali potassio e magnesio, che svolgono funzioni connesse all’equilibrio acido-base, la pressione osmotica e la ritenzione idrica. È presente una buona quantità di fibra alimentare che riveste un importante ruolo nella motilità intestinale (mediante la componente non solubile, di cui fanno parte cellulosa ed emicellulose) e può interferire con l’assorbimento di alcuni nutrienti (mediante le pectine solubili). Di notevole interesse è infine la presenza delle molecole antiossidanti (carotenoidi, flavonoidi, acidi fenolici, xantoni, ellagitannini, ecc.) in grado di ostacolare i danni funzionali a carico delle membrane cellulari, migliorare le difese immunitarie, proteggere enzimi ed ormoni, ostacolare la formazione vascolare di placche ateromatose, proteggere il materiale depositario delle informazioni genetiche. I frutti esotici stanno consolidando la loro presenza nei mercati italiani, in relazione alla maggiore disponibilità commerciale, al desiderio di gusti nuovi, al diffondersi di modelli alimentari ritenuti salutistici ed alla convinzione che, grazie al contenuto in antiossidanti, possano essere dei “superalimenti”. Poiché gli studi scientifici hanno dimostrato che il tenore dei composti bioattivi è inversamente proporzionale al tempo trascorso tra raccolta e consumo, è opportuno considerare che per la frutta esotica questo intervallo di tempo può essere molto lungo ed inficiarne la qualità nutrizionale. Inoltre, essa viene annoverata tra i vegetali che presentano contaminazioni da residui di fitofarmaci (peraltro accanto a diversi frutti nazionali, quali uva, fragole e mele); la percentuale di prodotti che supera i limiti posti dalla normativa italiana è piccola, ma si riscontrano numerosi casi di multiresidualità.