Aveva iniziato a nevicare dal primo pomeriggio ma, per il bel mondo di Parigi, il maltempo non era un ostacolo sufficiente per fermare una festa da André. Infatti, il salone della famiglia Hupressy, banchieri da generazioni, provenienti da Odessa, dove avevano fatto i soldi col monopolio del commercio del grano, era strapieno di gente, di clamore, di allegria. Era finita da poco la guerra con la Prussia e la Francia voleva divertirsi: di lì qualche anno sarebbe esplosa la Belle Époque. André si volse verso il suo compagno di conversazione, dicendogli: – Pierre-Auguste, ho sentito che ti sei trovato una nuova modella. Renoir rispose che era vero e che con lei lavorava molto e bene. – Che cosa stai dipingendo adesso? – chiese Hupressy. – Ho in mente una festa di navigatori del fiume: una colazione di canottieri. Tacquero per rimirare le coppie danzanti e le “toilettes” delle signore che esaltavano la bellezza della sala. – Sai cosa ha fatto Edouard? – disse André, che non attese risposta e continuò – Gli ho chiesto di dipingermi una natura morta; lui mi ha spedito una tela con rappresentato un mazzo di asparagi e mi ha mandato un conto di ottocento franchi. Beh, era talmente bella che gliene ho mandati mille. Tu sai che è molto vecchio ma è un burlone e uno spirito fine. Vuoi sapere cosa ha fatto? – Dimmi.- Dopo un mese, mi ha mandato un altro quadro con dipinto un solo asparago, capisci? Uno solo! E lo ha accompagnato con un biglietto. Eccolo! Renoir lesse, nella baldoria generale, le poche parole: “Ne mancava uno al vostro mazzo”. Era firmato da Edouard Manet.