Egregia Redazione, vi devo una confessione: lo sapete per quale merito uno come me, che scrive storie e favole, è entrato nella schiera dei collaboratori di Zafferano? Uno solo: sono stato compagno di scuola di Nereo Marzaro, quello che firma l’editoriale di questa rivista. Ecco spiegato l’arcano. E lo sapete quale altra fortuna ho avuto? Ho vissuto, dalla concezione alla realizzazione, la festa per il cinquantesimo del nostro diploma di ragionieri. Eh, sì, abbiamo raggiunto la maturità nel 1965, a Cittadella, prima classe sfornata dal neonato istituto Giacinto Girardi e Nereo ha voluto che fosse una festa galattica. E lo è stata. Pensate che abbiamo affittato una villa del quattordicesimo secolo, appartenuta ai Corner, Tiepolo e ora proprietà dei Chiminelli, dove, nel salone centrale, è stato allestito un tavolo imperiale per quaranta ospiti: i nostri compagni di classe e qualche coniuge. Il colpo d’occhio era da mozzafiato! Al centro del tavolo troneggiavano quattro composizioni floreali fatte, però, con le verdure; dei segnaposto in ceramica, fatti appositamente per la festa, facilitavano la collocazione dei compagni di classe; su un angolo c’era un’affettatrice Sirman, verde, battezzata con il nome del nostro anniversario, pezzo unico. Nereo, con il suo staff, ha pensato a tutto: omaggi personalizzati (penne, taglieri, librettini, edizioni speciali) e, soprattutto, la logistica e l’assistenza per le emergenze che, in eventi così complessi come questo, non mancano mai. Infine il menù: venticinque bocconcini “Finger Food” curati dalla brigata di Gianluca Tomasi, che si è prestato anche a fare da cicerone culinario per aiutare i presenti a familiarizzare con questa novità per molti. Insomma, un trionfo. Ma il più bello è stato vedere l’arrivo, alla spicciolata, di mature signore e curiosi anziani che si scrutavano l’un l’altra, cercando di carpire segni per riconoscere il vecchio compagno di classe; e, dopo le prime esitazioni, tentare un nome, chiarire il dubbio e il subitaneo abbraccio che faceva esplodere l’allegria. La cena è stata un valzer, tra ricordi, testimonianze e risate. Vi accenno solo al resto: una lotteria di attrezzature per professionisti della ristorazione Sirman, anche questi pezzi unici, una proiezione di vecchie foto recuperate con certosina pazienza, un’edizione speciale del giornale di classe e l’accompagnamento del pianista. Ce n’è voluto, per arrivare a questo: abbiamo lavorato per un anno e mezzo, Nereo, Renato Ganeo (che, guarda caso, scrive anche lui per Zafferano) ed io. Ne è valsa la pena. Del cinquantesimo del diploma delle quinte A e B, maturate nel 1965, non se ne perderà la memoria tanto presto.