Avrei voluto urlare, ed ero muto; la mia religione era il profumo. Pier Paolo Pasolini

Farra d’Isonzo (Gorizia), terra di confine forgia uomini di frontiera, 20 ettari, tutti di proprietà della famiglia Bressan, selezione massale, densità d’impianto di quasi 5000 ceppi per ettaro. Il concetto principale è sempre lo stesso: il vino buono si fa in vigna e non in cantina, da uve selezionate, da un importante potatura invernale, dalla non “forzatura delle fasi di trasformazione”, lieviti selvaggi, senza interventi e manipolazioni esterne. Come dice Bressan, “abbiamo conferma da quasi 300 vendemmie che il grande vino d’autore è figlio eletto di una evoluzione naturale che rispetta le antiche ritualità”. Tre secoli di storia tramandata di padre in figlio dove il passato rivive ogni giorno perché non è mai passato. Fulvio Bressan non produce vini immediati. Il vino esce quando lui lo ritiene maturo e pronto a varcare i confini della cantina.  I vigneti si trovano su un altopiano originato dal grande ghiacciaio che fino a 20000 anni fa si estendeva fin qui dalle Alpi. I suoli sono ghiaiosi in superficie, e composti da argilla e marne arenarie negli strati più profondi. I vini prodotti sono Carat, Verduzzo Friulano, Pinot Grigio, Schioppettino, Pignol, Ego, Pinot Nero, Cabernet e Merlot. Nel tempo ed in diverse occasioni ho avuto modo di berli quasi tutti, e posso dire che sono vini impressionanti, vigorosi, ampi, profondi, ma uno su tutti possiamo definirlo come il vero gioiello di casa, il Pinot Nero, materia prima di prestigio e nobiltà. Il mio favorito però, rimane lo Schioppetino 2006, da uve Ribolla nera, uno dei vitigni indigeni più tipici ed eleganti del Friuli. Vino di gran corpo, dall’altissima acidità fissa (sul podio assieme al Terrano e la Barbera d’Al-ba) pieno, con il tempo affina e diventa vellutato, frutti di bosco, lampone, macchia mediterranea, una freschezza ancora vivace. Un naso che si rinnova e cambia in continuazione ma che, soprattutto, mette in luce quello che è il tratto distintivo dei vini di Bressan: il corredo di spezie, primo su tutti il pepe nero. Una speziatura di tale intensità e finezza mi è capitata di trovarla solo nei leggendari Syrah francesi della Valle del Rodano, e quando nel mondo del vino si parla di pepe nero, il collegamento con l’uva Sirah è praticamente immediato. L’odore speziato-a-romatico è un odore primario e varietale che può evolvere con l’affinamento ed essere presente fin nelle fasi terziarie di un vino.Possiamo accostarlo ad un ventaglio di ricette, magari cacciagione, che ne rispettino la sua indole tipicamente territoriale. Lo Schioppettino, come dice Mario Soldati nel suo “Vino al Vino”, è un soldato senza macchia: campione pressoché unico, tra i vini, di quella virtù sconosciuta che l’Alfieri, tra le umane grandezze, giudicava forse la più grande.