Due anni fa nasceva, da un’idea di Michele, un nuovo piatto pensato per la domenica sera come alternativa ad una pizza defaticante: “il Mc Tufo Burger” del Ristorante La grotta di Tufo. Duecento grammi di filetto marchigiano macinato, servito con pane al burro, cipolla stufata, pomodoro fresco, guanciale croccante, patatine fritte e salse. Ovviamente è possibile scegliere la cottura della carne: ben cotta o grondante sangue? Piatto semplice, conosciuto e amato da tutti, grandi e piccini, che si accompagna ad una birra, ad un rosso di facile beva, un bianco naturale, come ad esempio la garganega di Maule, oppure una bollicina naturale. Il vino in questione si chiama Brut Contadino, vino spumante metodo classico, coltivato a Summonte dal vignaiolo Ciro Picariello, apprezzato e stimato fino ad ora per il suo proverbiale Fiano d’Avellino. L’uva è vendemmiata con leggero anticipo per preservare il frutto croccante e mantenere la sua piacevole acidità. La seconda fermentazione in bottiglia avviene in maniera naturale senza lieviti selezionati e additivi chimici. La bottiglia è tenuta capovolta perché il Brut Contadino non è stato sboccato. Questa decisione è stata presa in quanto non sboccando si evita di dover aggiungere altri solfiti, preservando così l’integrità e la purezza del prodotto. Sarà poi chi lo beve a decidere, al momento del consumo, se sboccarla per espellere i lieviti oppure berla al naturale con i lieviti in sospensione. I profumi sono freschi, da subito pompelmo rosa, poi il vino cambia e dirotta dando sensazioni affumicate quasi torbate. Molto fine e secchissimo, in bocca rivela grande pulizia, fedele al territorio, la struttura rispecchia appieno la sua origine vulcanica. L’acidità fresca, ma molto presente, invita a berlo giovane ma suggerisce di attenderlo in bottiglia per qualche anno.

Giovanni Di Stanislao