Torno con piacere a parlare di Oltrepò Pavese, di un vino rurale, quasi fiabesco, come fosse una creatura dei boschi, mitologico quanto tangibile. Dopo il Barbacarlo accendiamo i riflettori sul suo fratellino Montebuono, prodotto in una collina ben delimitata chiamata appunto Montebuono, in quel di Broni. Qui il produttore, Lino Maga, da sempre fa parlare il suo vino, ogni anno diverso. “Rispetto per la terra”, dice. Si amareggia pensando al mercato che imbriglia il mondo del vino e passa velocemente in rassegna la sua vita professionale fatta di battaglie, di questioni di principio, di speranze disattese, di trovarsi solo di fronte a inettitudine o disinteresse. Croatina, uva rara, Vespolina e Barbera miscelati in tradizionale proporzione. La produzione è molto limitata e chiaramente varia di anno in anno, la fermentazione avviene in vecchie botti di rovere per 7-8 giorni, dopo di che avviene la svinatura e successivamente si effettuano periodici travasi per la decantazione naturale. Ad aprile – maggio si procede all’imbottigliamento e dopo 4 mesi il vino viene messo in vendita. Come il Barbacarlo, è completamente naturale. Il Montebuono 2006, dopo circa 8 anni di bottiglia, rimane, subito dopo l’apertura, restio a concedersi, ma con un po’ di pazienza, neanche troppa a dire il vero, in bocca esplode come una ciliegia matura e croccante. Al naso è elegante, austero, vivo e maturo: il frutto è protagonista e prende tutta la scena. In bocca è di una pulizia incredibile, asciutto e tannico, finale lunghissimo e speziato, lievemente frizzante, è un vino che esige il cibo! Il Montebuono, nonostante sia il vino meno conosciuto di Lino Maga, è il vero”Sangue di Giuda”, come lui stesso ama definire. Il retro etichetta ci racconta: “Prodotto sulla collina di Montebuono in Broni. Dopo la battaglia di Marengo, Napoleone sostò a Broni e ne bevve. Lo trovò eccellente: da allora la collina si chiamò Montenapoleone”. Una preparazione a base di farina di grano tenero tipica della mia regione, le Marche, è la piadina sfogliata, che si sposa a molteplici ingredienti di carne e di pesce. Se vogliamo però creare l’abbinamento perfetto per questo vino, abbiamo bisogno di untuosità, data la sua notevole capacità di dialogare con cibi grassi, sapidi e ricchi di sapori speziati, quali la salsiccia, il salame, la soppressata, i brasati e la cacciagione.