Ogni anno, all’incirca verso metà primavera, quando il grano si finge ancora erba, ecco spuntare nelle nostre colline questa strana pianta. Ben nascosta all’occhio di chi la cerca, la si può scovare rovistando nel fitto di un sottobosco, o sul ciglio di una strada di campagna. Rievoca sicuramente in tutti noi i tempi della giovinezza, quando neanche adolescenti si era soliti uscire in spedizioni familiari a caccia dei rinomati turioni. La loro bontà quasi ci obbliga ad utilizzarli in preparazioni di cucina semplici, che non vadano ad interferire troppo con il gusto elegante che madre natura ha donato loro. Qualcuno trova che gli asparagi siano problematici nell’abbinamento, personalmente sono d’accordo a metà. Consumato singolarmente, bollito e condito con sale ed olio, esprime tutta la sua classe, molto fine ed esile, ma basta utilizzarlo magari in preparazioni a base di uova, che il suo potenziale aumenta. L’uovo aggiunge grassezza ed ha un innata capacità di valorizzare ed accentuare i profumi, come nel caso del tartufo. Lo stimolo che mi richiama è un abbinamento che vada a contrastare una certa untuosità del piatto, senza però oscurare le note dolcemente amarognole dell’asparago. Mi viene così in mente… “Menti”!

Menti Giovanni è un’azienda famigliare a Gambellara, con una coltivazione di 7,5 ettari di vigneti di garganega e durella. Qui si producono vini bianchi secchi e bianchi frizzanti. Tutti i lavori vengono seguiti da Giovanni e dal
figlio Stefano. I vigneti sono condotti utilizzando il metodo biodinamico e in cantina si utilizzano lieviti spontanei,
senza coadiuvanti enologici invasivi, mantenendo così le caratteristiche proprie del terroir.