Un ristorante senza insegna, considerato dal quotidiano inglese “The Guardian” uno tra i 10 migliori ristoranti di Torino. Inserito nella splendida cornice delle sale storiche al piano ammezzato di Palazzo Graneri della Roccia, costruito dall’architetto Gian Francesco Baroncelli tra il 1681-1699 per Marc’Antonio Graneri, abate di Santa Maria d’Entremont in Alta Savoia. Dal 1858, anno in cui divenne la sede del Circolo degli Artisti ed in seguito dal 2006 con il Circolo dei Lettori, è sempre stato un importante punto di riferimento per la vita culturale torinese. Per accedere al ristorante occorre salire lo scalone monumentale, opera di Guarino Guarini, che porta al Circolo e poi raggiungere il piano ammezzato. Si respira subito eleganza, raffinatezza e storia: le sale sono caratterizzate dalla galleria di ritratti di artisti piemontesi e da dipinti giocosi. Un team di giovani professionisti guidati con competenza e passione dallo chef Stefano Fanti, un menu di impronta piemontese, ricette ripensate con un tocco di originalità in maniera leggera con la stagionalità delle materie prime e con la conoscenza della loro storia. Di ottimo livello la carta dei vini che comprende le migliori produzioni autoctone piemontesi: non solo Barolo e Barbera, ma vini poco conosciuti come Albugnano, Doux d’Henry e Nascetta. E come potrebbe essere diverso in un luogo la cui biblioteca comprende anche i libri dell’Associazione agraria piemontese fondata nel 1843 da Cavour. E citando il grande statista, ministro dell’Agricoltura, non si può dimenticare che nacque a Santena. Proprio a cavallo tra la prima e seconda metà dell’Ottocento, Cavour, interessatosi alla coltivazione di tale ortaggio, affermò che l’asparago fu la “sorgente della prosperità di Santena’’. Oggi gli asparagi di Santena sono tutelati dal Paniere della Provincia di Torino. E di seguito vediamo la ricetta proposta dal Ristorante del Circolo. Fra le specialità: la storica finanziera, una gustosa interpretazione della ricetta di Giovanni Vialardi, vitello tonnato all’antica, tagliolini finissimi di solo tuorlo d’uovo, superbi i plin della tradizione langarola, scottata di fassone al sale di affioramento.