Il cereale è un ingrediente principe del bar. Pensate che, dalla colazione al dopo cena, lo possiamo trovare quasi sempre nelle nostre consumazioni. Al mattino per la nostra colazione proponiamo un croissant ai cereali accompagnato da un cappuccino preparato con caffè d’orzo. Per la pausa pranzo tramezzini e sandwich serviti con una fresca e spumeggiante birra. Durante il classico aperitivo serale i nostri cereali trasformati – tramite un processo di macerazione, fermentazione e distillazione – li potremmo trovare in numerose proposte:

Negroni (Gin distillato di cereali aromatizzato con bacche di ginepro), ideato a Firenze nel 1919-20 dal conte Camillo Negroni. Negli anni 20 il conte frequentava l’aristocratico Caffè Casoni in Via de’ Tornabuoni a Firenze (ora è chiamato Caffè Giacosa ed è di proprietà di Roberto Cavalli) e, stanco del solito aperitivo Americano, chiese al barman Fosco Scarselli, una spruzzatina di Gin in sostituzione del seltz al suo Americano, in onore agli ultimi viaggi londinesi. Quello che per il conte era “il solito”, divenne per gli altri un “Americano alla moda del conte Negroni”, ovvero un Americano con un’aggiunta di gin prendendo il nome del conte che tanto lo amava.

Manhattan (Whisky ottenuto dalla distillazione del malto di cereali).

Cocktail Martini, sempre gin oppure Vodka Martini, il preferito dal mitico James Bond (Vodka ottenuta sempre da cereali, principalmente grano, dopo aver subito varie distillazioni e filtrazioni).

Vesper o Vesper Martini, un cocktail aperitivo preparato con Gin, Vodka e originariamente Kina Lillet (oggi viene chiamato Lillet Blanc). Fa la sua comparsa nel 1943 nel romanzo Casino Royale di Ian Flaming, nel quale l’agente segreto James Bond ordina e dà il nome a questo drink in memoria di Vesper Lynd, bondgirl di cui l’Agente 007 era innamorato. E qui troveremo anche la famosa frase “Shaken, not stirred”, ovvero “Agitato, non mescolato”.

E poi ci sono le birre ottenute per trasformazione dell’orzo in malto con aggiunta di luppolo, lieviti ed acqua. Senza tralasciare le specialità culinarie che ci vengono proposte al buffet aperitivo: “insalatina di farro con gamberi o insalata di riso, per fare degli esempi, e tutto ciò che si ottiene dalla farina. Per il dopo cena un buon long drink come la Caipiroska (Vodka), Gin Tonic ecc…

Come si evince dai cereali possiamo ottenere quasi tutte le basi alcoliche più importanti del mondo beverage: Vodka,Gin, Whisky, Birra senza tralasciare il caffè d’orzo e tutta la parte dedicata alla cucina. Andando a ritroso nel tempo scopriamo che alcuni di questi prodotti sono nati più per utilizzo medicale che non beverage, come ad esempio il Gin, o più precisamente “jenever” (che significa ginepro in olandese). La paternità viene accreditata al medico/farmacista olandese Franciscus de la Boe (Dr. Sylvius) all’incirca nel 1650. Egli era un pioniere della medicina dell’epoca e stava cercando un modo per far assimilare ai suoi pazienti tutti i presunti benefici che le bacche di ginepro dovrebbero avere per la circolazione sanguigna. Dopo aver provato vari intrugli, unì il ginepro con diverse altre erbe, sospese tutte in un distillato chiaro, e presentò al mondo questo distillato. Ben presto i suoi benefici medicinali vennero trascurati in favore di utilizzi diversi. Gli inglesi definirono il distillato fortificante “coraggio olandese” e iniziarono a produrne la propria versione, chiamandola dapprima con la parola fiamminga “genever”, accorciandola poi con la parola “gen” che infine divenne “gin”.

I coloni spagnoli nel Nuovo Mondo scoprirono che gli indigeni usavano corteccia dell’albero Cinchona per trattare la febbre. I gesuiti la portarono in Europa per trattare i malati di peste. Anche se la causa principale della malaria (ovvero le zanzare) rimase ignota ancora per molto tempo, almeno la cura funzionò abbastanza e il dottor Cleghorn cominciò a portare il suo “tonico” al chinino ovunque andasse l’Esercito Reale. E così, nei secoli successivi, si diffuse in tutto il mondo. Nel frattempo, nel 1794, il chimico tedesco Johann Jacob Schweppe aveva cominciato a produrre soda per scopi medicinali nel suo negozio di Bristol, in Inghilterra. Unì l’anti-malarica “acqua tonica” con dolcificante e anidride carbonica, creando il primo moderno “soft drink”. Il pezzo finale del puzzle arrivò nel tardo 18° secolo, quando gli inglesi intrapresero la conquista dell’India, prima con la Compagnia delle Indie Orientali e poi con l’esercito reale. Con loro c’erano il gin e la tonica inglesi. Lungo la strada anche il lime entrò nell’equazione. Proprio nel subcontinente indiano, dall’unione delle tre medicine, nacque il gin tonic: gin per il coraggio, tonico per la malaria e lime per lo scorbuto. Concludendo dobbiamo a questi personaggi se oggi con l’utilizzo dei cereali possiamo gustare queste prelibatezze preparate dai nostri Barmen.

Vesper Martini

6 Cl di Gordon’s gin; 1,5 Cl di vodka; 0,75 Cl di Kina Lillet (oggi Lillet Blanc); una scorza di limone. Servire in coppa cocktail ben ghiacciata.