“Il cibo per strada è il modo migliore e più agevole per dire di aver fatto davvero un viaggio” Carlo Petrini

Il cibo per strada, umile compagno anche delle grandi imprese, ha da sempre caratterizzato una civiltà. E lo fa ancora. Distratti da ristoranti, trattorie, osterie con cucina, master televisivi e cuochi “stellati”, da un martellamento pubblicitario qualche volta insopportabile, non ci accorgiamo che quel mondo fatto di colori, di luci, di voci e di sapori c’è ancora, spesso intatto nel suo fascino antico. Non ce ne accorgiamo ma è attorno a noi. Il brik tunisino, la Bsarra marocchina, i Burek della Bosnia, i þevapĀiĀi croati, i Cornish Pastuy della Cornovaglia, la Felafe israeliana, la Ful Mudammas egiziana, il sottile Giro greco, la Langos ungherese, i Pierogi ravioli polacchi, gli Zapiekanka polacchi, la dolce Baklava dei Paesi mediorientali, il Churro spagnolo, i Comignoli ungheresi, le Crêpes francesi, la portoghese Pastel de Belém, la Langos, focaccia fritta ungherese. Tutto questo, tanto per restare vicino a casa o quasi e senza confrontarsi con i mille mercatini in giro per il mondo. Come dimenticare quelle due lunghe file di bancarelle che restringono le strade di Bankok accompagnando con i loro piccoli fanali colorati l’oscurità della notte, e tutti i sapori di quei piccoli spiedi, vere tentazioni. O gli ananas maturi per le strade dell’antica Saigon offerti soltanto dopo averne ricavato delle figure fantastiche con delicati colpi di bisturi e i popolarissimi Taco, la tortilla farcita dei messicani. E ancora i food truck, furgoncini attrezzati, che nelle metropoli americane, propongono hot dog grondanti sughi e salse. Ma allora la cucina per strada esiste ancora. Anche in Italia. Alcune di queste specialità sono entrate nel costume. Le granite e le panelle siciliane, i cicheti veneziani, il castagnaccio toscano, i torcinelli molisani, le dolci Pardulas del Campidano, i panini imbotti piemontesi le facaccine liguri, lo strudel trentino, la sbrisolona lombarda, le piadine romagnole, il frico friulano, Tanto per andare a memoria, mischiando dolce e salato, specialità rare oppure diffusissime. Attorno a sapori per bambini e per adulti, per curiosi, foresti, golosi c’è un mondo legato alle fiere, sagre, manifestazioni, anniversari. E qui lo street food distribuisce pizze e caldarroste, gelati e funghi, enormi spiedi per la rosticceria, pentoloni di pesce, cartoccetti di fiori di zucca fritta e ancora nei chioschi festivi i bomboloni, le spumiglie, i canditi, le mandorle caramellate, oppure la frutta secca. E ricordate le carrube?