Viaggiando per il mondo si scoprono dei fritti interessanti che vi elenco di seguito. I shebakia, o chebakia, sono dei biscotti fritti tipici della cucina marocchina. Si tratta di dolcetti speziati al sesamo, fritti e poi immersi nel miele sciolto con l’acqua di fiori d’arancio. Questi dolci si preparano soprattutto nelle occasioni di festa o durante il Ramadan. Arroz chaufa (Perù): riso fritto e poi saltato in padella con uova, peperoni, cipolle e salsa di soia, diciamo che è la versione peruviana del riso alla cantonese. Biriani (India): un piatto a base di riso fritto accompagnato con carne di pollo o pesce, uova e verdure. Croqueta, ovvero crocchette di patate (Spagna e resto del mondo): un impasto a base di patate e uova che viene impanato e fritto, possono contenere anche piselli, peperoni, prosciutto o altri salumi, formaggi etc. Falafel o felafel (tutto il Medio Oriente): polpette di ceci o altri legumi fritte e servite dentro il pane pita. Fish & chips (USA e mondo anglosassone): pesce e patatine fritti serviti in un cartoccio di carta paglia o di cartone. Midye Tava (Turchia): spiedini di cozze impanati e fritti. Pakora (India): sono verdure (generalmente cipolle, melanzane, spinaci, cavolfiore, patate) fritte con la pastella. Samosa (India): pasta di pane fritta o cotta in forno ripiena di formaggio, patate, cipolle, carne e spezie dalla forma triangolare Ma parliamo dei giapponesi, veri maestri di frittura. Loro asseriscono che non è frittura ma tempura; anche dai cinesi si può molto apprendere. Il punto di partenza della frittura cinese è un’ottima pastella: 200 g di maizena; 100 g di farina; 100 g di acqua minerale fredda; 100 g di birra Tsingao; sale e un albume d’uovo montato a neve prima di essere aggiunto al resto del composto. Un quarto d’ora in frigo e la pastella è pronta per essere usata. La Cina è grande, ma pare che la ricetta del fritto sia così; anche nei Ristoranti cinesi in Italia. Come i cuochi cinesi insegnano, si frigge sempre in immersione, mai a raso, ed ora che le padelle wok sono di moda sembra un’ovvietà, lo era molto meno negli anni ’80. Ma in definitiva, che cosa conta davvero nell’olio che usiamo per friggere? In una buona frittura si deve usare un olio in grado di tenere le giuste temperature ed una pastella capace di arginare l’elevata capacità di penetrazione dell’olio nell’alimento in modo da fare risaltare il sapore ma anche la leggerezza. Ecco che il grande olio di oliva, e particolarmente l’extravergine, è messo un poco in secondo piano nella frittura. La sua forza ed irruenza non ha limiti nella penetrazione del prodotto sia che si tratti di carne che di pesce e tanto più di verdure.