Era l’estate 1982 quando per la prima volta conobbi questa promozione di marketing chiamata Happy Hour. Era l’anno dei campionati del mondo di calcio in Spagna, vinti dall’Italia condotta da Bearzot e sostenuta dal mitico Presidente Sandro Pertini.
Il Belpaese godeva di un favorevole momento di gloria e di successi. All’epoca io lavoravo al prestigioso Cluny American Bar di Milano Marittima e il Maestro Peppino Manzi, mio titolare e mentore, iniziò per primo questa strategia di invogliare i clienti a riempire il locale in un orario in cui diversamente sarebbe stato semi vuoto. L’incentivo era quello di anticipare l’aperitivo dalle 18.30 alle 17.30 offrendo, in quella fascia d’orario, il secondo drink ai clienti che per primi affollavano il locale.
Oltre ad offrire la consumazione, il locale allestiva un sontuoso buffet caldo e freddo che invogliava la clientela ad anticipare il rientro dalla spiaggia.
Se l’Happy Hour è una strategia pubblicitaria piuttosto recente, l’aperitivo è invece un rito secolare, da poco rivisitato ma praticato già in epoca imperiale. Pensate che tra i Romani andava assai di moda un composto di vino e miele da bere prima dei pasti e in grado di stimolare l’appetito.
Qualcosa di simile, nell’antica Grecia, aveva creato Ippocrate come medicinale in grado di “aprire lo stomaco” e generare appetito. Solo nel XVIII secolo, l’aperitivo passò da espediente medicamentoso a vero e proprio appuntamento rituale e commerciale.
Nel 1786, Antonio Benedetto Carpano inventò il Vermouth, a base di vino bianco, assenzio, erbe e spezie, considerato il primo cocktail da aperitivo della storia. Apprezzato da Vittorio Emanuele II, Cavour e Garibaldi, il Vermouth diventò una vera e propria istituzione e nella bottega di Carpano si iniziò a servirlo accompagnato da piccoli e invitanti salatini e qualche oliva.
L’aperitivo dell’epoca era molto breve, una toccata e fuga gradito e piacevole prima del pasto. Seguendo l’esempio del Vermouth, negli anni seguenti furono inventate altre bevande, a base di vino ma non solo, adatte all’aperitivo: Biancosarti, Cynar, Martini, Campari, Select, Rabarbaro Zucca ecc. Ricordatevi di accompagnare sempre l’happy hour con qualche stuzzichino caldo: un crostino, una piadina, dei fritti, un rustico salato, cose che ricordino il camino ed il caloroso benvenuto a casa.