Il fenomeno del Tiki Style

Durante un freddo e triste inverno ci sembra quasi impossibile riuscire ad immaginare colori e profumi di posti tropicali o, magari, deliziosi e curiosi frutti esotici; in realtà, frutti così particolari e gustosi non sono poi così lontani, anzi, oggi è sufficiente andare in un Tiki Bar. Nella storia del bere miscelato la cultura tropicale viene associata ai Tiki Cocktail. La nascita di questi drink si deve ad un’intuizione di Raymond Ernest Beaumont Gantt, più noto con il nome di Don The Beachcomber, il quale creò il primo Tiki-bar della storia, un locale in stile polinesiano che sorgeva nel pieno della Hollywood degli anni ‘30. Il nome Tiki deriva infatti dal nome di un’antica divinità polinesiana. Negli anni ’50 negli Stati Uniti si diffuse la moda di tutto ciò che raffigurava la Polinesia, in una sola parola, il Tiki. Questa cultura invase tutta la società: cibo, architettura, cocktails, arredamenti, sale da bowling e bar, tutto era in stile Tiki. Collane di fiori tropicali, ukulele in sottofondo, camicie colorate, palme e frutta esotica: sono questi gli elementi di un’ambientazione Tiki Style. Sono espressione della cultura polinesiana, hawaiana e caraibica, esportata prima in America, in particolare in California e in Florida, poi in tutto il mondo: «il Tiki è uno stile di vita». Negli Anni ’60, ritroviamo la moda caraibica che viene riproposta in chiave pop, lo stesso stile che caratterizza anche i Tiki cocktail: eccentrico, ironico, colorato, sopra le righe. Per i non addetti ai lavori è facile riconoscerli dalle decorazioni vistose come ombrellini, fiori, pappagallini o dai recipienti originali come ananas e noci di cocco svuotate o mug (tazze) di legno intagliate. La base tipica di questi cocktail è lo spirito caraibico per eccellenza: il rum. A questo si mescolano sciroppi e succhi, meglio se freschi e tropicali, ai quali si aggiungono fette di frutta esotica. Ispirati alle atmosfere caraibiche, nascono i vari Mai Tai, Piña Colada, Scorpion, Zombie, etc. Ed ecco che con un sorso si viaggia lontano! L’emblema della miscelazione Tiki divennero in particolare il Mai Tai e lo Zombie. C’è sempre stata una forte controversia sull’invenzione del Mai Tai, considerato il primo cocktail Tiki. Il Mai Tai è un cocktail alcolico a base di rum, Curaçao liquore, succo di lime, granatina e orzata in stile popolare polinesiano. È stato inventato presumibilmente al Trader Vic’s ristorante di Oakland, California, nel 1944 da Don Beachcomber che ha creato nel 1933 il suo nuovo omonimo bar. La storia racconta che Victor J. Bergeron, presente al Trader in un pomeriggio con alcuni suoi amici Tahitiani che erano in visita, ha offerto loro un cocktail di sua invenzione. Uno di quegli amici, Carrie Guild, assaggiando il drink gridò: “Maita’i roa ae” (Letteralmente “molto buono!” Da qui iniziò la storia di un classico ancora oggi molto apprezzato, il Mai tai. “Come in ogni Tiki c’è uno spirito, una divinità, in ogni bicchiere di Mai Tai c’è un paradiso”… Possiamo aggiungere che è talmente controversa la nascita di questo drink che la stessa IBA (International Bartenders Association) dal 1961 ad oggi ha codificato 4 ricette diverse a livello mondiale. Per lo Zombie, invece, la leggenda narra che Don The Beachcomber inventò questo cocktail per aiutare un cliente a smaltire i postumi di una sbornia prima di un incontro di lavoro. Il cliente ritornò pochi giorni dopo lamentandosi che il drink lo aveva trasformato in uno Zombie. Il suo gusto morbido e fruttato, infatti, nasconde il forte contenuto alcolico del drink. Per questo motivo Don Beach ne limitava la vendita a non più di due a testa. All’inizio degli anni 2000, i grandi bar tender della miscelazione hanno rivisitato e reinterpretato i cocktail tipici di questa tradizione, dando nuovo impulso alla cultura Tiki. Come detto in precedenza, il Rum, distillato originario del territorio caraibico, è l’ingrediente base per i cocktail Tiki, unito alla frutta esotica tropicale. Questi cocktail vengono serviti nei tipici bicchieri mug in ceramica colorati, decorati e a forma di figure tribali o caraibiche, oppure direttamente all’interno di frutta come cocco, ananas svuotati e utilizzati come bicchiere. Oltre ai già citati cocktail Tiki, ultimamente, grazie al grande successo che questi drink riscuotono in tutto il mondo, si stanno affermando molte altre ricette preparate con la base degli stessi ingredienti. Ricordiamo i grandi classici della miscelazione a base Rum-Çachaca, ottenuti dalla lavorazione della canna da zucchero, quali il Mojito, il Daiquiri e il Jamaican Mule, che uniscono in abbinamento oltre al distillato base altri ingredienti esotici come la menta, il lime, lo zucchero di canna, l’ananas, il passion fruit, la papaya ecc…Sicuramente nella nostra fantasia il drink che più ci riporta alla mente le spiagge caraibiche con il suo mare la sua frutta esotica è il Piña Colada. Il Piña Colada, che in spagnolo significa “ananas pressato”, è un cocktail molto dolce a base di rum chiaro, latte di cocco e succo d’ananas e ananas a pezzetti, originario di Porto Rico. Esistono diverse versioni circa l’origine di questa bevanda. Alcune testimonianze parlano di “bevande a base di ananas e rum”, ma senza il latte di cocco. Un riferimento iniziale ad una bevanda chiamata Piña Colada composta da rum, noce di cocco e ananas, si trova nell’edizione del 16 aprile 1950 del New York Times. Un’altra versione riconosce il Piña Colada come bevanda tipica di Porto Rico, paese dove si dice sia stato creato per la prima volta nel 1963 da Don Ramon Portas Mingot che, tentando di ideare un cocktail originale a base di frutta, preparò il primo Piña Colada. Nella Vecchia San Juan c’è una targhetta commemorativa in marmo per ricordare questo evento. È probabile quindi che in buona parte dei Caraibi, già dagli anni 50, si fosse a conoscenza di questo tipo di bevanda, chiamata semplicemente “ananas colata”, ma fu nel 1963 che essa venne ufficializzata col nome di Piña Colada e assunta come bevanda nazionale portoricana. La versione analcolica del Piña Colada è chiamata Virgin Piña Colada o anche semplicemente Virgin Colada o Piñita Colada.

La ricetta originale dello Zombie
Ingredienti: 4,5 cl di Jamaican Rum; 4,5 cl di Rum Portoricano; 3 cl di Lemon Hart 151 Demerara Rum; 2,25 cl di succo di lime fresco; 1,5 cl di Falernum; 1 cl di succo di pompelmo bianco; 0,5 cl cucchiaino di sciroppo di Cannella; 0,5 cl cucchiaino di Granatina; dash di Pernod; dash di Bitter Aromatico; ghiaccio; ghiaccio tritato (3/4 di bicchiere); foglie di menta fresca. Mettere tutti gli ingredienti, tranne la menta ed il ghiaccio, in un blender e frullare per non più di 5 secondi. Versare in un bicchiere, aggiungere i cubetti di ghiaccio e decorare con menta fresca.

MAI-TAI Long drink 4 cl Rum bianco; 2 cl Rum scuro; 1.5 cl Orange Curaçao; 1,5 cl sciroppo di orzata; 1 cl succo di lime fresco; Shakerare e versare nel bicchiere highball. Guarnire con una fetta di ananas, delle foglie di menta e scorza di lime. Servire con cannuccia.

Ricetta originale del MAI-TAI 2 oz jamaican rum; 1/2 oz orange curacao; 1/2 oz orgeat syrup; 1/4 oz r sugar syrup; 1 oz fresh lime juice. Shake with plenty of crushed ice. Garnish with a lime shell and a mint spring.

Ricetta rivisitata da Trader Vic qualche anno dopo:
1 oz dark jamaican rum; 1 oz rhum agricole vieux; 1/2 oz orange curaçao; 1/2 oz orgeat syrup; 1/4 oz sugar syrup; 1 oz fresh lime juice.

MAI-TAI SWIZZLE di Don the Beach
1 oz grapefruit juice; 3/4 oz fresh lime juice; 1/2 oz Cointreau; 1/4 oz Falernum; 1-1/2 oz Myer’s Plantation rum 10 year; 1 oz cuban rum (sub gold virgin islands); 6 drops Pernod; dash angostura bitter; Shake well with crushed ice. Garnish with mint spring. A volte compare come decorazione nella ricetta anche un ombrellino e un’ orchidea.