Negli anni passati la ristorazione in molti hotel lasciava parecchio a desiderare. Nella maggioranza dei casi, cucina piatta, fissa e stagionalità solo nel vestiario che indossavano le persone. La ristorazione somigliava molto alle cucine da mensa del tempo passato, perciò quando si arrivava in hotel per il pernottamento si chiedeva alle concierge o al personale della reception dove trovare un ristorante per la cena e si aveva già una prima idea di dove non bisognava andare. Questa la mia esperienza. Il problema era al rientro: inventare la risposta alla domanda: “Vi siete trovati bene? Cenato bene?”. Negli ultimi 20 anni, invece, il ristorante dell’hotel ha cambiato letteralmente faccia. Nella maggioranza dei casi la cucina è aperta anche alla clientela esterna disponendo così di una particolare licenza di somministrazione di alimenti e bevande. Sia le catene, ma, a mio parere, molto di più il direttore o proprietario di un singolo hotel, hanno capito che è un delitto non sfruttare la clientela che ha già in casa. A questo punto, dovendo investire in primis in formazione, poi in attrezzature adeguate, ha sfruttato l’impegno e la spesa fino in fondo curando la ristorazione come, e alle volte più, del classico ristorante. E così si fa attenzione alla stagionalità, il menù gira minimo quattro volte all’anno, c’è una grande attenzione alla freschezza, ai prodotti del territorio e, più di tutto, al “come” e “dove” si mangia. Molto spesso è presente il buffet, ricco più che mai, e si mangia ovunque, persino nella hall. Sono arrivati anche i primi riconoscimenti delle guide: le stelle, i cappelli, etc. Ultimamente mi fermo volentieri a cena nell’hotel in cui pernotto e trovo sempre una cucina interessante, se non addirittura appetitosa e piacevole. Le strutture più stellate, poi, propongono menù importanti con piatti ricercati e materie prime d’eccellenza. Si curano anche i dettagli e il servizio è molto professionale. L’ospite dell’hotel ha colto l’innovazione in corso e anche io, che bazzico questi ambienti per lavoro, apprezzo la capacità da parte dei gestori di cogliere le opportunità che il mercato offre, e mi fermo volentieri non solo per dormire ma anche per cenare. Posso, così, bermi pure un bicchiere di vino buono senza timore dell’alcool test che sta spesso in agguato fuori dei locali.

di Nereo Marzaro