Una nuova tendenza? Piuttosto una antica tradizione dato che già nell’antica Roma troviamo i banconi delle tabernae affacciati sulla strada dove venivano serviti piatti rapidi. Ora questo modo di mangiare sta diventando un’esperienza gourmet soprattutto se interpretata da grandi cuochi, compresi quelli stellati dove il cibo si appropria della sua dimensione essenziale e la materia prima diventa protagonista. Gira per le strade di Torino, la città dove nel 1937 è nato il Pinguino, il più classico gelato da passeggio, l’Ape Nivà, l’iconica Ape della Piaggio allestita come una piccola gelateria itinerante, una rivisitazione del carrettino dei gelati degli anni ’50 che porta l’artigianalità dei loro gelati in mezzo alla gente. Il prodotto di Nivà è il frutto di una lunga ricerca e di rispetto per le materie prime: latte italiano e di alta qualità; le nocciole sono piemontesi, il pinolo italiano, il caffè non è liofilizzato, ma macinato in torrefazione a bassa temperatura, per preservarne l’aroma; il cioccolato è un fondente, frantumato a mano; la frutta di stagione ha sempre grande importanza nel tabellone dei gusti e alcune varietà sono a “chilometro zero”, selezionate direttamente da piccoli produttori che forniscono varietà particolari e saporite. Lo street food per Mariangela Susigan, chef stella Michelin del Ristorante Gardenia di Caluso (Torino), conosciuta per la sua cucina a base di erbe spontanee della Valchiusella, si chiama Ortofritto. Un fragrante cartoccio di fritto misto alla piemontese in versione vegetariana: verdure pastellate, foglie di borragine e verdure dell’orto. Immancabile l’amaretto, tipico elemento di questo piatto, uno dei conviviali più diffusi in tutto il Piemonte. Marco Sacco, due stelle Michelin al Piccolo Lago di Verbania, da anni promuove il connubio fra alta cucina e street food. Tra i piatti iconici, La Carbonara au koque, salita su un truck appositamente brandizzato in occasione del salone del Gusto del 2016. Si tratta della versione haute cuisine (ed eretica) della carbonara tradizionale. Lo chef l’ha inventata qualche anno fa, la si potrebbe definire local, essendo ogni ingrediente accuratamente selezionato nel territorio della Val d’Ossola: tajarin trafilati a mano al posto dei bucatini, prosciutto della Val Vigezzo essiccato invece del guanciale e salsa a base di tuorlo d’uovo, grana e gin del lago Maggiore.