Una zuppa d’orzo e fagioli è simbolo del mangiar contadino, ruspante ma mica tanto povero, a riproposta di una dieta sana ed a lieve impronta ecologica. La propone la “Tre Mori” di Tolentino che, al rinomato orzo bio tostato a legna e con l’aggiunta dell’aroma d’anice, oggi aggiunge diverse variabili di cereali pronti per il consumo. Di quelle parti è anche la “Regina dei Sibillini”, società agricola di Montefortino (Fm) che dal 2012 sta puntando sulla filiera corta di montagna coltivando tra i 600 e i 1000 metri di frumento Cappelli. Sarà semola di grano duro per la produzione di straordinaria pasta che da un anno ha iniziato a commercializzare. Accanto ai formati usuali, ve ne sono alcuni che rievocano la cultura autoctona: le “stringhette”, come alla chitarra ma che ricordano le stringhe in cuoio degli scarponi montanari, i “ceppi”, una sorta di paccheri rigati che fanno andare il pensiero ai tronchi di quercia, ed i “moccolotti”, i tipici rigatoni del tempo di trebbiatura, in lingua locale detti “moccolotti de lo vatte”. C’è chi, in barba alle multinazionali del monopolio degli ibridi brevettati, conserva e scambia semi antichi, tra i quali anche di un variegato assortimento di cereali: mais nero, mais bianco perla, mais Marano, sorgo da saggina (per le scope) e miglio nero, giusto per ricordare i più comuni. Sono appassionati conservatori che regolarmente si ritrovano per mero baratto, riuniti nell’associazione “Civiltà Contadina” della quale molto attiva è la sezione del Veneto. Tra i musei etnografici della cultura contadina, quello di Marsala offre un’intera sezione dedicata alla via del grano. Merita perché rappresenta un vero laboratorio di recupero e riproposta in chiave moderna e “multitasking” della tradizione contadina siciliana. Attrezzature per la semina, la raccolta, la conservazione dei cereali. Per la loro lavorazione: la molitura, l’amalgama dell’ impasto, la cottura col forno a legna ed infine, un principio di raccolta “catalogo” di semi di cereali autoctoni di quest’immensa isola al centro di contaminazioni culturali millenarie.