Non sono uno di quelli a cui piace vincere facile e così questa volta, approfittando del periodo di riposo dalla mia attività, ho proprio voluto mettermi alla prova e cimentarmi mattarello alla mano. Sì, sì, avete letto bene: per preparare i miei “cappellacci con crema cotta di Parmigiano, pesto di zucchine, guanciola e Parmigiano croccante”, non ho scelto la scorciatoia di acquistare gli “esimi” nel primo negozio di pasta fresca in cui mi sarei potuto imbattere, ma ho messo consapevolmente a soqquadro la cucina di casa. E quindi, sinale alla cintola, ho impastato sulla spianatoia, per sei persone, 500 g di farina tipo 00, 3 uova intere, 5 tuorli e sale q.b.; ho messo a riposare in frigo la massa avvolta nella pellicola; ho steso la sfoglia; preparato e cotto la farcia e realizzato a uno a uno i cappellacci. Per fortuna dispongo di alcune attrezzature che, pur essendo professionali, si adattano ottimamente anche ad un utilizzo casalingo, così alleviando alcune pene da massaia. E quindi la crema di Parmigiano, ottenuta battendo in una bastardella 200 g di panna, 40 g di latte, 70 g di Parmigiano, 5 rossi d’uovo, sale q.b., l’ho messa sottovuoto con la mia macchina barra W8/30 a campana, per poi cuocerla con un softcooker a 85°C per 20 minuti. Se si possiede la Sirpasta con annessa raviolatrice Sirman EL, la farcia la si può tranquillamente lasciare morbida perché questa macchina, a dispetto di altre sue competitor, ha una tecnologia di chiusura della pasta che non la teme. Ho poi preparato la cialda di Parmigiano con il fedelissimo Panasonic professionale da 1600 watt acquistato oramai venticinque anni fa, quando ancora tutti pensavano che i microonde servissero solo a scongelare: un mulo instancabile e fedele che mi ha permesso anche di cuocere le zucchine per fare il pesto che mi occorreva, evitando così di perderne la clorofilla e mantenendone inalterato il sapore. Tre minuti di cottura, due foglie di basilico, un filo di olio, sale q.b. e poi…frullatore ad immersione. Infine, la guanciola, fatta sudare senza aggiunta di grassi e tagliata sottilmente con una evergreen Mirra 250. Dopo tanta fatica non potevo non provare il risultato dei miei sforzi e, non me ne vogliano gli intolleranti al lattosio…i cappellacci erano buonissimi! Anche se il pensiero finale che mi ha attraversato la mente, guardando il mattarello riposto in un angolo, è stato assolutamente: “W la tecnologia”