Eleganza, freschezza e bevibilità contraddistinguono gli spumanti del Trentino-Alto Adige. Unico e meraviglioso è il territorio – le Dolomiti sono patrimonio UNESCO – unici e meravigliosi sono i vini che vi si producono. I vigneti si sviluppano per lo più tra i 200 e i 900 metri, altitudini alle quali le escursioni termiche creano i presupposti per vini di grande freschezza e con una base olfattiva decisamente importante; parliamo di basi spumante che possono rimanere sui lieviti per lunghi periodi, offrendoci quella eleganza e quella finezza che poi ritroviamo nel perlage. Nel territorio del Trentino-Alto Adige si distinguono due denominazioni che coprono le due aree che compongono la regione: Trento DOC e Alto Adige Spumante. Gli spumanti sono realizzati principalmente con uve chardonnay e pinot nero: lo chardonnay possiede un profilo gustativo di grande freschezza che, con l’affinamento, lascia spazio a maggiore morbidezza; il pinot nero, con la sua notevole eleganza, dà struttura allo spumante e gli dona inconfondibili note olfattive. La denominazione Trento DOC, istituita nel 1993, prevede appunto l’utilizzo di uve chardonnay e pinot nero, ma concede anche l’uso di una limitata quantità di pinot bianco; deve restare sui lieviti almeno 15 mesi (per la versione millesimata i mesi sono 24 e per le riserve 36). Nella denominazione Alto Adige Spumante è invece previsto un 85% minimo di uve chardonnay, alle quali si possono aggiungere pinot bianco e pinot nero; l’appellativo senza aggiunta del vitigno si può utilizzare solo per gli spumanti, mentre nei vini altoatesini deve far seguito sempre il nome del vitigno (ad esempio Alto Adige “Lagrein”). In Alto Adige esistono anche piccole produzioni di spumante Sylvaner e Malvasia che è l’incrocio naturale tra Veltliner rosso e Sylvaner; anche in questo caso è previsto un riposo sui lieviti di almeno 15 mesi. Entrambe le DOC indicano spumanti che possono essere commercializzati dopo 20 mesi dalla vendemmia. Le vinificazioni delle riserve, in entrambe le denominazioni, possono avvenire parte in acciaio e parte in barrique. Il profilo organolettico di questi vini in generale è caratterizzato da persistente spuma fine di piccole dimensioni e da colore giallo paglierino scarico che tende a intensificarsi con l’aumento dell’affinamento sui lieviti e ancor più nelle riserve, per le quali è obbligatoria una sosta nelle barrique. I profumi che si generano nella rifermentazione in bottiglia riconducono spesso alla crosta di pane, ricordando la crema pasticcera e le mandorle nei casi di lungo affinamento; nei bianchi poco affinati si percepiscono note floreali e fruttate, nelle riserve si notano sentori di frutta matura ed esotica e in quelli che hanno avuto un affinamento in barrique note di vaniglia e miele. In quelli a base di pinot nero 100%, sono presenti sentori di frutti di bosco come ribes, more e mirtilli. Nel territorio della Trento DOC – a parte Ferrari della famiglia Lunelli, da sempre riferimento mondiale di questo territorio – operano piccoli produttori molto legati tra loro come Balter, che si trova sulla collina alle spalle di Rovereto e che produce un Trento DOC Riserva, ottenuto con 80% chardonnay e 20% pinot nero con una permanenza sui lieviti di 60 mesi: perlage finissimo, colore paglierino con riflessi dorati, al naso pane appena sfornato, in bocca elegante e decisamente fresco e sapido. Da segnalare è anche Maso Martis, situato a Martignano, ai piedi del monte Calisio, una piccola struttura rurale che produce vini dal 1984; ottimo il suo Trento Dosaggio Zero Riserva, composto da 70% pinot nero vinificato in acciaio e 30% chardonnay che fermenta e affina in barrique; le due basi vengono poi unite e vengono aggiunti i lieviti per la presa di spuma, che dura almeno 48 mesi; dopo la sboccatura non è prevista nessuna aggiunta di liqueur; il vino è di colore paglierino carico e genera una bolla molto elegante; al naso: agrumi, cenni di nocciola, mineralità; in bocca la sua piacevolezza è innegabilmente fuori dal comune. Nella DOC Alto Adige segnalo volentieri Haderburg, situata a Solorno. Ottimo è il suo brut dalla beva invidiabile, ma mi soffermerei sul Pas Dosè Millesimato, ottenuto con circa l’85% di chardonnay e il 15% di pinot nero, uve coltivate in regime biodinamico; il mosto svolge la fermentazione alcolica parte in acciaio e parte in barrique, riposa per 36 mesi sui lieviti e poi viene addizionato da liqueur d’expedition, che è vino della stessa annata senza aggiunta di zuccheri; il risultato è spuma soffice, perlage fine, colore giallo paglierino; al naso si percepiscono fiori bianchi, lieviti, albicocca e pesca gialla. Dopo qualche instante dall’apertura, il vino acquista note decisamente diverse che vanno dal dattero ai fichi secchi; in bocca si fondono come in una crema fresca e morbida. Nella parte alta di Terlano, vale la pena menzionare Stocker, un vignaiolo di montagna, venuto a mancare a fine 2017, maestro nella produzione di metodo classico. La cantina continua a produrre un numero esiguo di bottiglie seguendo i dettami del fondatore. Il Brut Sekt è fatto con sauvignon, chardonnay e pinot bianco; è uno spumante che matura sui propri lieviti circa 40 mesi; il risultato è una spuma fantastica, sotto la quale si dipana una trama interminabile di bollicine; giallo paglierino piuttosto intenso, al naso piuttosto mediterraneo, miele e albicocche mature, cremoso e suadente. Non un vino per tutti i palati. Infine, a Cornaiano si trova Lorenz Martini, un altro fantastico produttore che molti conoscono per il suo Comitissa Pas Dosè Riserva, ottenuto con uve chardonnay, pinot bianco e pinot nero; minimo 36 mesi sui lieviti, è l’esempio di una spuma di montagna, luminosa, bolla finissima; la freschezza e la deliziosa beva lo identificano come un grande spumante.