Tra le bollicine italiane si stanno mettendo in evidenza da qualche tempo quelle dell’Alta Langa, un prodotto DOC fin dal 2002, ma che nel 2011 ha conseguito la prestigiosa DOCG; Questi vini sono ottenuti rispettando un disciplinare di produzione molto rigido fin dai tempi della DOC. Il “fare bollicine” esiste da più di 150 anni in questo territorio vocato alla produzione vitivinicola ancor prima della conquista romana. Se ne producono annualmente circa 1 milione e mezzo di bottiglie, ma, secondo molti esperti, la produzione potrebbe raddoppiare nel giro di pochissimi anni. I vitigni ammessi dal disciplinare di produzione sono il Pinot Nero e lo Chardonnay (entrambi solo millesimati), con un affinamento minimo di 30 mesi nella versione base e di 36 mesi quella nella versione riserva. Le uve devono essere coltivate sopra i 250 metri di altitudine in un territorio compreso tra le province di Asti, Alessandria e Cuneo, nella sponda destra del fiume Tanaro, dove si trovano terreni calcareo-argillosi e dove le escursioni termiche creano i presupposti per ottenere grandi spumanti. Il prodotto che si ottiene è infatti di altissima qualità, anche se non ancora conosciuto come meriterebbe. Mario Soldati descrisse le Langhe come una terra nella quale tutto ruota attorno al vino, e questa è la terra cara a Cavour, a Beppe Fenoglio, a Cesare Pavese. Stiamo insomma parlando di bollicine di un territorio di grandi personaggi e di grandissimi rossi, come il Barolo (in piedi, signori!) e come il Barbaresco (vino caro a Gianni Brera, a proposito di grandi personalità legate a queste terre). Il Pinot Nero e lo Chardonnay sono prodotti con una resa di 110 quintali per ettaro; le due uve sono presenti per un minimo del 90% del totale; per il restante 10% concorrono uve dello stesso territorio. Si possono produrre Metodo Classico Alta Langa bianco e rosé e, in entrambi i casi, sono previste le versioni brut, extra brut, pas dosè ed extra dry (sempre 30 mesi sui lieviti e 36 per la versione riserva). I vini sono piuttosto complessi, di buona mineralità e di grande freschezza, dove il Pinot Nero, più presente, necessita di tempo per dispiegare la sua eleganza tra le note cremose dello Chardonnay. Soprattutto su alcuni Alta Langa di circa 5 anni o più che ho assaggiato, si raggiunge una qualità alta che offre un ottimo equilibrio tra le durezze e le morbidezze presentando note terziarie affascinanti. Una particolarità degli spumanti di Alta Langa è che provengono sempre da millesimi in cui la qualità dell’uva era eccellente, pertanto il livello del prodotto finale risulta sempre molto elevato. Vorrei quindi soffermarmi su alcuni prodotti, come l’Alta Langa Docg Extra Brut 2015 di Ettore Germano, degustato al Vinitaly 2019 assieme a Sergio Germano, che mi guardava compiaciuto: 80% Pinot Nero e 20% Chardonnay, 30 mesi sui lieviti, molto luminoso, al naso piuttosto agrumato, decisamente minerale e con note fruttate di mela e delicata frutta secca; in bocca risulta cremoso, rivelando un perfetto equilibrio tra freschezza e morbidezza, decisamente persistente. Un’altra bollicina che ho trovato molto interessante è l’Alta Langa DOCG For England Blanc de Noir Pas Dosè 2014 di Contratto, anch’esso bevuto al Vinitaly 2019, chiacchierando amabilmente con Manuela Rivetti; è ottenuto con 100% Pinot Nero; si offre alla vista brillante e luminoso; al naso diffonde note agrumate di cedro, zenzero e frutto giallo riconducibile alla mela e alla susina, con un sottofondo delicato di crema pasticcera; in bocca è croccante e di grande freschezza; ottime sono la struttura e l’eleganza. Un altro vino che mi ha colpito positivamente è l’Alta Langa Cuvée 60 mesi Brut Riserva 2008 di Gancia. Spesso si associa il marchio Gancia a spumanti dolci magari non eccelsi, poi assaggi con degli amici a fine 2018 questo 60 mesi ottenuto con 80% Pinot Nero e 20% Chardonnay e ti rendi conto di trovarti di fronte a un prodotto fantastico: colore giallo/oro, perlage infinito e cremoso; al naso si presentano dapprima aromi di pane e di nocciole tostate, poi leggere note vanigliate e di frutta matura; in bocca è avvolgente con una freschezza decisa e una buona morbidezza, che lo rendono molto piacevole e ricco; una superba beva, insomma, direbbe il buon Gianni Brera.