Qualche sera fa ho aperto il cassetto del vecchio mobile di legno che tengo nello studio. Ho trovato le foto di un tempo, quelle che nascevano dai rullini, che potevi vedere solo dopo che il fotografo le aveva sviluppate, e che attendevi per giorni di guardare con la curiosità tipica dei bambini. Le prime, a colori, erano le più recenti, ma sotto, proprio sul fondo del cassetto, ho ritrovato la mia infanzia in bianco e nero. Mi è capitata tra le mani un’immagine di papà con quel suo sorriso serio da fotografia, con una mano si sosteneva sulla portiera della sua auto. A quel tempo era un’automobile senza troppe pretese, ora sarebbe una bella automobile, una di quelle che si vedono luccicare sotto i faretti delle esposizioni d’auto d’epoca. Oggi non corre più sulle strade, ma sfila negli stand delle fiere, con un cartello “non toccare” ed un cordone di raso rosso accanto. Non so perché, forse perché entrambe datate, ma accarezzandone la carrozzeria con il dito, mi è tornata in mente la vecchia affettatrice manuale del ristorante in cui ho cenato qualche mese fa. Era rossa, di un bel rosso acceso che contrastava con il legno scuro del bancone e che attirava l’attenzione. Poco dopo essere entrato con mia moglie ed un paio di amici, è comparsa una giovane coppia. Mentre lui chiedeva il tavolo che aveva prenotato qualche ora prima, lei si è fermata ad ammirare quella macchina che aveva perso ogni funzione, per diventare un banale portavasi. Ho pensato soddisfatto che l’antico conserva sempre un suo fascino e ci rimanda alla tradizione anche oggi che la corsa alla tecnologia si fa sempre più veloce. L’oggetto d’epoca ha quel sapore di mamma, di nonna, ha quell’odore di casa di campagna che ti fa sentire protetto. Qualche affezionato conserva la vecchia affettatrice a mano ancora nella sua cucina, talvolta ci affetta il cosciotto di prosciutto che gli è stato regalato dal lontano parente o amico che ha un piccolo allevamento di suini. Ma l’incanto dura poco e, mentre il cimelio viene messo in bella mostra tutto lustro e fiammante, perché metterci mano e pulirlo manda in bestia l’operatore, per lavorare lo si sostituisce con un nuovo modello più pratico e maneggevole. Allora, consapevoli che le vecchie linee di una volta hanno ancora la loro seduzione ed è sempre un piacere girare la lama e vedere ricadere lente sul piatto le sottili fette di prosciutto che gusteremo con meloni o fichi o semplicemente con un grissino, SIRMAN ha pensato, disegnato, costruito “Anniversario LX”.
Le sue linee pure e semplici racchiudono tutta l’esperienza Sirman. Nei 60 esemplari della Limited Edition, gentilmente offerti dai ragazzi che mi lavorano accanto per il mio sessantesimo compleanno, si fondono le tradizioni di un tempo e l’innovazione di oggi, sia nei materiali che nella meccanica. Sono pertanto fiero di offrire una macchina prestigiosa che ricorda i begli anni passati, ma che è sempre pronta all’uso, facile da adoperare e specialmente da pulire.

Nereo Marzaro