A “Casa su Misura”, negli spazi della fiera di Padova

Nell’ambito delle manifestazioni speciali messe in campo durante “Casa su misura” nella Fiera di Padova, Ascom Padova e APPE Padova cacciatori_amatriciana-solidalehanno promosso un’iniziativa a favo-re delle popolazioni così dura-mente colpite dal recente terremoto. Si sono mobilitati enti Padovani e la ristorazione, e dal 3 al 7 ottobre si è svolta l’iniziativa “Amatriciana solidale- cucina su misura per Amatrice”, che ha visto anche il coinvolgimento di Croce Verde Padova, dell’enogastronomo Romolo Cacciatori e del gruppo Ristorantori Padovani che ha messo in pista per tutte le serate lo Chef Mario Mescalchin e la Maître di Sala Alessia Righetto del Ristorante Bion. Mario o Chef, ha diretto da par suo politici, rappresentanti delle associazioni di categoria, del mondo del volontariato e vigili del fuoco, del mondo dello sport, ed i giornalisti enogastronomici. Tutti “chef per una serata”. A turno, ai fornelli, davanti ad una folla curiosa e paziente, questi personaggi, dimostrando grande disponibilità e partecipazione, hanno cucinato il piatto che servito dai volontari ha raccolto offerte che saranno invia-te nei luoghi terremotati, in particolare ad Amatrice, per concorrere alla ricostruzione. Particolarmente vivace e partecipata la serata in cui si sono trasformati in cuochi una nutrita rappresentanza di sportivi padovani: dall’atletica leggera al canottaggio, dalla pallavolo agli olimpionici di pallanuoto e dell’arco. Tutti hanno creato delle ottime amatriciane eseguite a regola d’arte, rispettando la ricetta. Sicuramente il pasto-re che nel tardo medioevo pascolava il suo bestiame nei monti di Amatrice, non pensa-va che quello che stava mangiando sarebbe diventato famoso in Italia e nel mondo nei secoli seguenti. Ma lui aveva quello a disposizione nelle sue malghe e quello bisognava usare: guanciale di maiale, pepe, pasta di grano o di altro cereale, un ricciolo di burro e formaggio pecorino che sicuramente none mancavano mai. Era ed è chiamata “Gricia”, ricetta che non è sparita e nel Lazio, particolarmente, la si può ancora gustare, conosciuta anche come “cacio e unto”. Solo verso i primi dell’800 il pomo-doro venne accolto come salsa aggiunta insieme all’olio di oliva, poco, e al peperoncino al posto del pepe e del burro; ed è così che la pasta  all’Amatriciana ebbe il suo spazio definitivo ed impor-tante nella gastronomia e fece diventare famoso questo Paese…