Antonio Verro, per tutti Tonino, è il geniale creatore, titolare e cuoco della Contea. A dargli man forte, fin dal 1971, sua moglie Claudia che si occupa dell’azienda agricola e, in particolare, dei vigneti sparsi sulle colline di Langa e del Roero che regalano vini speciali, frutto di una scelta produttiva finalizzata, con grande passione, alla qualità. Ad ospitare la Contea un palazzotto nobile del 500, antica dimora delle Contesse Cocito, nel centro storico di Neive (Cuneo), uno dei borghi più belli d’Italia. Qui, nelle sale padronali dai soffitti affrescati, in un’atmosfera romantica e un po’ retrò, oppure all’aperto, nella corte del Palazzo che si affaccia sulla vivace piazza, i fortunati ospiti potranno riscoprire i sapori dell’antica tradizione delle Langhe, ingentiliti e adeguati ai nostri tempi.

Bagna Caôda

C’è tutta una storia da raccontare sul commercio delle acciughe da parte dei montanari della Val Maira e sul perché l’aglio sia così determinante nella tradizione delle Langhe. Fatto sta che proprio qui nasce la ‘bagna caôda’, intingolo d’umili origini, ma apprezzatissimo anche nei circoli della Torino sabauda. La salsa sta in caldo su un fornelletto, ansiosa di scoprire a quali ortaggi verrà maritata, dal cardo spadone ai peperoni sotto aceto e vinaccia. Nel calice, un Nebbiolo delle Langhe.
Ingredienti per 4 persone: 30 spicchi d’aglio liberati dal loro germoglio (circa 150 g); 7 belle acciughe sotto sale diliscate (circa 80 g); 30 cl di olio extra vergine d’oliva.

Schiacciare 4 spicchi d’aglio e affettare tutti gli altri, aggiungere l’olio d’oliva extra vergine e cuocere in un tegame sul fuoco a fiamma bassissima. Quando l’aglio comincia a colorire (attenzione non troppo!), aggiungere le acciughe: istantaneamente si scioglieranno e la Bagna Caôda è fatta. Bisogna preparare in anticipo le verdure a piccoli pezzi: cardi, topinambur, cavoli bianchi e verdi, cuori di scarola e indivia, cipollotti interi e lunghi, porri freschi, rape bianche tenere crude e cotte, barbabietole rosse cotte al forno, fette di zucca fritta, patate, meglio se bianche, lessate con la loro buccia, cipolle al forno, fette di polenta calda arrostita o fritta, peperoni gialli e rossi arrostiti e pelati, peperoni conservati sotto aceto e raspa. Ogni commensale deve avere a sua disposizione un bel po’ di verdure da intingere nella salsa e un coccio personale scaldato da un piccolo cero dove mettere la salsa. Il tutto va accompagnato da un buon Barbera o da un buon Nebbiolo, “sposi” ufficiali della Bagna Caôda.

Giulia Coronaro