È uno dei capolavori del grande Vincenzo Scamozzi, allievo del Palladio, e si raggiunge anche in barca

Volete sapere se un architetto è davvero bravo? Fategli progettare una scalinata. E questo vale anche per il cinquecentesco Vincenzo Scamozzi, esimio allievo del Palladio, che progettando la splendida Villa Molin ad Albignasego lungo il Canale di Battaglia, a quanto pare dimenticò di disegnare lo scalone di accesso! Infatti, vista da fuori, la villa non ha accessi ai piani superiori. Il necessario scalone venne realizzato sul retro e quasi staccato da essa. Una trovata forse un po’ frettolosa e, diciamolo, maldestra, tanto che il poco pregevole manufatto fu demolito poco dopo per essere sostituito da due eleganti rampe collocate sulla facciata, proprio come la palladiana Malcontenta di cui Villa Molin riprende le linee. Pareva la soluzione definitiva, ma quasi un secolo dopo anche queste due rampe furono demolite e l’accesso ai piani avvenne attraverso una scala “segreta”, interna. La soluzione si rivelò probabilmente poco pratica e così si ripensò ad una scalinata retrostante come originariamente previsto dallo Scamozzi. Non la si vede dall’esterno perché ospitata da un vano. Perché poi il grande architetto abbia litigato così tanto coi gradini resta un mistero. Che volesse superare il maestro? Alla Malcontenta, dal piano nobile in su ci si reca infatti soltanto attraverso due strettissime scale a chiocciola interne, ma dal giardino al piano nobile si accede attraverso le scalinate esterne. Forse Scamozzi, a Villa Molin, voleva eliminare anche quelle.