In molte regioni d’Italia capita di incontrare proposte di svariate degustazioni che potremo definire “Piatto Unico”. Nel senso che in un’unica pietanza si propongono specialità diverse sia di carne che di pesce, verdure, formaggi e quant’altro offra il mercato e la cucina. Io che sono veneto mi riferisco soprattutto ai cicchetti che abbiamo nelle osterie e nei “Bacari” della Città di Venezia (e anche in molte trattorie di campagna). Piatti ricchi di ogni ben di Dio permettono percorsi golosi tra terra, mare e laguna ricchissimi di proposte gustative ed emozionali, tra sarde in Saor, pesciolini fritti, mezze uova sode, acciughe e formaggi vecchi, baccalà mantecato e alla vicentina ecc. ecc., con un’”ombra” e un biscotto di Burano…tanto per concludere in dolcezza. Ma è la Toscana con i suoi taglieri a costituire lo spunto che ci invita a riflettere sulla definizione di piccolo antipasto, secondo il ristoratore, o esagerata proposta di un po’ di tutto o tutto quello che ci sta nel tagliere, messo lì senza tanti fronzoli per cercare di soddisfare ogni palato. I taglieri toscani sono veramente una cornucopia appetitosa, spesso esagerata, che nell’abbondanza (di qualità variabile), cerca di proporre ogni cosa, sia più o meno commestibile, prodotta nel territorio. Ed ecco, allora, salumi e insaccati, formaggi, composte e marmellate, olive e tartufo, paté di ogni genere, frutta e verdura. Il problema è che si passa da taglieri straordinari a proposte più semplici e terra terra, adatte a ogni tasca in grado di accontentare tutti, ma anche, purtroppo, di omologare una proposta che potrebbe invece rappresentare un ventaglio di esperienze gustative straordinarie, se ben gestite negli abbinamenti e nelle quantità.
Nelle immagini a lato un esempio di taglieri toscani di ottimo livello in grado di esprimere emozioni e soddisfare il palato con prodotti freschi, selezionati e straordinariamente buoni.