Il fiore del carciofo aveva ispirato ad Orazio il nome di una giovane amante per il suo aspetto polposo e saporito e per le sue spine. Secondo il botanico Castore Durante il carciofo serviva anche per stabilire lo stato di gravidanza ed il sesso del nascituro: “A conoscere se una dona è gravida se le dia a bevere quattro once del succo di queste foglie, e se lo vomiterà è gravida. Al che si fa ancora la prova tenendo l’orina della donna per tre dì in vetro, poi si cola con una pezza di lino bianca, nella quale rimarranno (s’è la donna gravida) certi animaletti, che rossi denotano il maschio e i bianchi la femmina”. Una tradizione australiana invece vuole che “quando non si ricorda di aver mangiato un carciofo, e lo si ritrova in tavola davanti a sè, allora bene esprimere un desiderio”. La tradizione vuole che sia stata Caterina De’ Medici in occasione del matrimonio con Enrico II re di Francia a diffondere l’uso dei carciofi in cucina. Si dice inoltre, che anche Luigi XIV detto Re Sole amasse consumare carciofi. Mentre furono gli Olandesi a introdurre i carciofi in Inghilterra nel 1530, mentre gli Spagnoli e i Francesi li introdussero in America nel secolo XVIII più precisamente nei territori dell’attuale California e Lousiana dove oggi i cardi sono considerati come una pianta infestante.

Angela Ruzzante