Chi non conosce Garfield, il celebre gattone arancione? Protagonista di una striscia di fumetti creata da Jim Davis e pubblicata la prima volta nel 1978, ha avuto un’immensa fortuna, che ha dato seguito a cartoni animati, film, giochi della Playstation, quadri e una fondazione a suo nome che si occupa di alfabetizzazione e istruzione dei bambini.


Tuttora domina i social con meme, frasi celebri e video con le sue avventure e le grandi abbuffate. Si, Garfield, con la sua sagoma morbida, la voluta mancanza di agilità, il sarcasmo tagliente e la lingua lunga, ha una viscerale e spropositata passione per le lasagne.
Perché proprio le lasagne? Nella prima striscia del fumetto Jon e il suo micio vengono presentati così: “Garfield nasce nella cucina di un ristorante italiano in una notte d’inverno del 1978, mentre fuori la neve cadeva come parmigiano grattugiato. Alla nascita pesava cinque libbre e sei once: è grande per un gattino! – e fin dall’inizio ha mostrato una passione per il cibo italiano. Il proprietario del ristorante, costretto a scegliere tra Garfield e chiudere i battenti per mancanza di pasta, vendette Garfield a un negozio di animali. Garfield pensava di essere spacciato finché Jon Arbuckle non ha varcato la porta.” In realtà sembra che sia il cibo preferito dal fumettista che ha creato il personaggio! Difficile quindi per chi è cresciuto a fumetti non associare questo gatto al suo pasto preferito che sgraffigna, consuma con grande voracità e poi, nel corso dello sviluppo del personaggio negli anni, addirittura cuoce; la preparazione è professionale, dalla pasta, tirata da un coniglio, alla passata di pomodori fatta al momento dalla capra, alla cottura vera e propria; tutto alla faccia di normative igieniche e sicurezza. Ma questa è arte! Un sacco di artisti hanno raffigurato gatti nella storia dell’arte, e in buona parte delle raffigurazioni sono alla ricerca di cibo, quando non posano fieri e fermi in qualche ritratto borghese. Dal gatto egiziano dipinto nel 1400 a.C. che si gusta un pesce, al mosaico romano con il felino alle prese con la quaglia, alcune raffigurazioni quattrocentesche dell’ultima cena in cui è facile scorgere un gattino che aspetta paziente gli avanzi, fino al gatto con l’uccello di Pablo Picasso. Nessuno però ha la vitalità del gattone del fumetto, che sicuramente è il più pigro di tutti, ma fa venire l’acquolina in bocca!