In un recente viaggio in Turchia per un progetto europeo “Patrimonio culturale comune: la cultura alimentare dimenticata di Adana”, di cui Wigwam Clubs Italia è partner agendo da supporto della Çukurova University, ovvero l’Università di Adana (considerata la città turca della gastronomia) e della Federazione degli Operatori economici delle montagne del Tauro, un compagno di viaggio mi ha raccontato un aneddoto davvero emblematico sulla passione per l’oliva della popolazione turca. Capitò a Venezia, qualche anno fa, che un paio di giovani studentesse turche di buona famiglia vi traslocarono per motivi di studio. Attendevano con impazienza una voluminosa cassa, peraltro da trattare con grande attenzione perché fragile. Tutto poteva aspettarsi il mio amico, tranne che contenesse un capiente contenitore in vetro di …olive in salamoia. Così sollecitata, la mia attenzione per questo frutto mi ha fatto scovare e sperimentare la ricetta della tipica insalata di olive all’Antiochia, in turco “Hatay Antakia”, l’antica Antiochia di Siria, giustappunto il territorio oggetto del nostro lavoro. È un piatto molto pratico da fare, questi gli ingredienti per 4 persone: 100 g di olive verdi denocciolate, una cipolla media, un mazzetto di prezzemolo, due pomodori maturi, due cucchiaini di timo in polvere, un cucchiaino e mezzo di peperoncino in polvere, il succo di un limone, 5 cl di aceto di melograno, 5 cl di olio extravergine di oliva. E si prepara così: in una padella antiaderente, si versa l’olio e poi la cipolla tritata a soffriggere. Si aggiunge il pomodoro ridotto a dadini, quindi le olive, poi l’aceto di melograno e il succo di limone e, all’ultimo, le spezie, il sale e il prezzemolo tritato. L’oliva per la ricetta? È della varietà autoctona “Halhali”. L’olivo in Turchia c’è sin dall’antichità e da qui è poi divenuto un simbolo della civiltà mediterranea nel corso di tutta la storia. L’Anatolia sud-orientale viene infatti identificata come la sua culla genetica, una tesi confermata dalle sottospecie di olivi trovati lungo una direttrice che va da Hatay a Kahramanmaraş e Mardin. Dall’Anatolia sud-orientale, questo nobile albero si è diffuso nell’Anatolia occidentale, passando poi in Grecia, Italia e Spagna attraverso le Isole egee.