Secondo la tradizione la parola maiale deriva dal nome della dea Maia, figlia di Atlante e madre di Mercurio, a cui veniva sacrificato un porco grasso (porcus pinguis).

  • Il nome ‘mortadella’ deriva da “farcimen myrtatum” un salume prodotto con carne di maiale pestata in un mortaio, cotta e insaporita con mirto, di cui gli antichi romani andavano ghiotti.
  • Due sono le ipotesi sull’origine del nome “salame”. Secondo alcuni l’origine è il latino medioevale ‘salumen’, ossia insieme di cose salate. Secondo altri il nome trarrebbe origine da ‘Salamis’, una città cipriota che andò distrutta in seguito a un terremoto nel 450 a.C.
  • I “Salamini italiani alla cacciatora” si chiamano così perché i cacciatori portavano con sé, nelle loro escursioni, questo tipo di salame, di ridotte dimensioni, che poteva stare tranquillamente nella bisaccia
  • il salame è senz’altro radicato nella cultura gastronomica italiana ma, tracce di questo salume si trovano perfino nella civiltà egizia: nella tomba del faraone Ramsete III (1166 a.C) sono rappresentati insaccati tipo salami
  • Un tempo il Capocollo nell’economia domestica era considerato uno dei pezzi più pregiati derivati dalla macellazione del maiale, subito dopo il prosciutto e la spalla, che non di rado erano venduti per necessità. Il capocollo era spesso l’alimento consumato in famiglia più pregiato e spesso era utilizzato per la colazione degli operai durante la mietitura e la vendemmia.
  • Nato come espediente per trasformare in gustoso salume la cotica del maiale, unitamente a carne e grasso di maiale, già verso la fine del 1700 il Cotechino di Modena riscuoteva un tale successo da sostituire nell’immaginario gastronomico collettivo la “salsiccia gialla”, che aveva reso celebre Modena nel Rinascimento.
  • Inizialmente il salame era commercializzato con il nome “brig”. Si tratta di una parola celtica che significa “collina” e costituisce la radice etimologia del nome Brianza. Il Salame Brianza era un tempo una produzione dei piccoli contadini locali. Intelligenti artigiani salumieri lo portarono a Milano e da qui lo fecero conoscere a tutta l’Italia e poi al mondo.
  • Il Piemonte era il primo passaggio della cosiddetta “Via del Sale”, che portava nel Nord Italia il sale e le spezie provenienti dai porti liguri e dalla Costa Azzurra. Quindi, anche la particolare collocazione territoriale, ha contribuito in modo sostanziale allo sviluppo dell’arte salumiera piemontese.