Le radici di un uomo dicono da dove viene, quali sono le sue origini, cosa si è solidificato in lui durante la permanenza nel luogo di provenienza, ovvero cosa si porta dentro, il modo di vivere, il modo di relazionarsi con gli altri, i profumi della sua terra di origine, i sapori dei cibi con i quali si è nutrito. Se tutto questo è nelle radici di un uomo, nelle radici delle piante possiamo presumibilmente trovare un concentrato di tutto ciò che la pianta riceve in superfice. Oggi in commercio si possono reperire le radici commestibili provenienti dalle più disparate zone della terra: dalle più comuni come zenzero, cren, rapa rossa e bianca, sedano rapa e pastinaca (una volta molto comune in Italia, ora più usata nel Regno Unito, U.S.A, e Francia), alle meno conosciute come la maca, detto il ginseng delle Ande, che veniva consumato regolarmente dai guerrieri imperiali Inca, oppure la rapunzia originaria del nord America che dopo il 1600 venne piantata per la prima volta in un giardino di Padova ed oggi è diffusa in Italia soprattutto come pianta ornamentale: le sue radici possono essere con sumate (dopo averle lessate) in insalata oppure fritte in pastella. Abbinando le radici con la carne potremmo preparare dei medaglioni di filetto di maiale con zenzero miele e succo di arancia. Una volta sgrassato il filetto di maiale, ricavare dei medaglioni alti circa 1,5 cm. Dopo averli infarinati e regolati di sale, rosolarli velocemente in padella con olio e burro, bagnare con il succo di un’arancia e aggiungere 2 cucchiaini di miele e dello zenzero grattugiato. Lasciar ritirare leggermente la salsa ottenuta e guarnire il piatto con zeste d’arancia e julienne di zenzero.